X
    Categoria: società

Il fenomeno Escile sbarca al Kojak Cachet da 2mila euro per Javorcekova

La modella 25enne è diventata una celebrità online rispondendo con furbizia alla campagna per farle mostrare il seno. Ora è in tour

Con un cognome impronunciabile, la notorietà per la ragazza è arrivata sul web grazie al sgrammaticato utilizzo del verbo uscire come transitivo: l’adesione all’esortazione «escile» (servono dettagli per intuire il senso?) ha fatto di Lucia Javorcekova – 25enne fotomodella slovacca, sposata e madre, seno rifatto per un 93-60-90 – un fenomeno uscito dagli schermi di telefonini e pc per arrivare ai divanetti dei locali come quelli del Kojak di Porto Fuori che la accoglieranno il 28 novembre. Con un cachet che un paio di mesi fa, quando la discoteca ravennate chiuse il contratto, si aggirava sui duemila euro. Sgombriamo il campo dai dubbi: al Kojak non le uscirà. Dispenserà sorrisi a uso e consumo dei selfie e tanti saluti. È una storia di grammatica, di social network e di marketing quella di Lucia Javorcekova. Lucia chi?, appunto. Quella del tormentone “escile” è più chiaro?

Urge riassunto per sommi capi necessario alla compresione del perché la slovacca, ignota all’Italia fino a pochi mesi fa, stia ora facendo un tour per locali notturni come nemmeno facevano i primi reduci del Grande Fratello. È successo in poche settimane, come vuole la velocità del web. A un certo punto dalla pagina Facebook “Commenti memorabili” – una sorta di stupidiario delle chicche online con una milionata di fan – è partita una campagna all’indirizzo della giunonica Lucia sintetizzata da un hashtag: #escileminne o più semplicemente #escile. Se fosse Dolce stil novo suonerebbe come “Gentile Lucia, sarebbe così cortese da mostrare il suo seno?”. Sia chiara una cosa, non è che la ragazza non lo avesse mai mostrato prima di allora: di mestiere fa la modella di nudo e basta Google per osservare il suo lavoro. Ma il giochino sta tutto sul social. E lei, a differenza di altre che in precedenza avevano ignorato l’invito o addirittura rimosso i commenti birichini, ha cominciato a giocarci con autoironia. Col senno di poi bisogna dire che la mossa è stata scaltra (non farebbe serate da duemila e passa euro). Non è cosa nota se sia lei una brillante social media manager di se stessa oppure abbia un ottimo social media manager. Fatto sta che prima ha chiesto cosa volesse dire “escile” o “minne” scatenando orde di esultanza caciarona sul web. Poi ha scritto cose tipo “We are on Facebook, so if i don’t want to be suspended for 30 days i cannot #escile”. Traduzione: “Siamo su Fb (che per policy vieta immagini di seni femminili che mostrino capezzoli, ndr) quindi se non voglio essere sospesa per 30 giorni non posso uscirle”. Però la donzella ci ha ripensato e le ha uscite. E forse non sarà servito un geniale community manager per intuire che poteva valere la pena anche farsi sospendere la pagina Fb (anche perché non era proprio uno scoop il topless). Foto postata, pioggia torrenziale di like, sito web della modella in tilt e fanpage sospesa come previsto. Ma chissene: a quel punto il fenomeno è creato. È diventata virale, vi dicono quelli bravi che ne capiscono di web. Gli hashtag si sono moltiplicati come funghi e accanto a #escile sono comparsi #santalucia #mozzarellona. A beatificare la modella è arrivata la trasmissione Le Iene: due inviati a Bratislava a casa della modella che le ha uscite a favore di telecamera. E lì il cachet è rimbalzato in alto per chi vorrà averla ospite.

La vicenda è simbolicamente significativa dei tempi odierni. Con il coordinamento di un’agenzia è cominciato un vero e proprio #escile tour per le discoteche di mezza Italia. Per un motivo molto semplice che riassumono gli organizzatori della serata Kojak: «La nostra clientela è fatta di ventenni e per i ventenni oggi c’è Facebook». A proposito della serata del 30 ottobre a Paladina (Bergamo), il Corriere della Sera ha scritto: «Lucia ha chiesto un albergo con almeno quattro stelle, un driver a disposizione e il servizio d’ordine rafforzato. Il suo cachet è di 2.500 euro, spese incluse. Ma non rilascia interviste: non ne ha mai fatte e la prima che rilascerà sarà a pagamento». Al Kojak il cachet è inferiore, avendo chiuso il contratto prima del boom di notorietà. A Porto Fuori non le uscirà, come detto. Come non lo ha fatto in tutti i locali dove finora è andata. Comparirà agli occhi del pubblico verso l’1, arrivando direttamente da Rimini con il suo autista e ripartirà subito dopo diretta a Milano dove l’attende una serata per la domenica. A curarle l’agenda c’è un’agenzia che ha colto la potenzialità del momento e cavalca i mesi di viralità del nome e dell’hashtag diventato ormai un brand: si firma un contratto che prevede l’orario dell’ospitata, la distanza minima in km dove potrà tenersi l’evento successivo e quello precedente per garantirsi un minimo di esclusiva, si versa un anticipo e si salda a fine serata.