«Per legge il sindaco deve imporre a Sapir e Cmc di svuotare le discariche»

Bucci (Pigna) diffida Matteucci a firmare un’ordinanza come quella per Hera per le casse di colmata sotto indagine per i permessi scaduti

«La legge impone al sindaco di Ravenna di firmare un’ordinanza che obblighi Sapir e Cmc a svuotare le loro casse di colmata dei fanghi di dragaggio diventate discariche abusive per la scadenza delle autorizzazioni». Il candidato sindaco della lista civica La Pigna, Maurizio Bucci, ha inviato una diffida (testo integrale in pdf al link in fondo alla pagina) a Fabrizio Matteucci perché faccia quanto ha fatto le scorse settimane con Hera, imponendo alla multiutility la raccolta dei rifiuti in strada durante il caos causato dai disservizi del fornitore in appalto. Contestualmente il consigliere comunale del gruppo misto ha presentato anche un esposto alla procura.

Come noto sulle otto casse di colmata gestite da Sapir e Cmc è appena stata chiusa l’indagine della procura con dieci persone indagate, i massimi dirigenti delle due società e dell’Autorità portuale, che ora rischiano il rinvio a giudizio. «Quelle casse – dice Bucci – sono discariche abusive a cielo aperto. Nel corso degli anni sono stati depositati tre milioni di tonnellate di materiali vari e non totalmente identificati, che devono essere immediatamente rimossi, recuperati o smaltiti come prescrive la legge, dal momento che le autorizzazioni sono scadute da almeno cinque anni. Le aree devono essere completamente bonificate».

Bucci si cheide come il sindaco non abbia mai emesso una specifica ordinanza in questi anni per svuotarle lasciando che fosse la magistratura a intervenire per garantire il rispetto della legge: «Forse perché il Comune è il primo azionista di Sapir e quindi il sindaco è in palese conflitto d’interessi? Forse perché la Cmc è vicina al Partito democratico?». Se non arriverà l’ordinanza è già pronta una denuncia alla procura per omissione di atti d’ufficio

Il mancato svuotamento delle casse che sarebbe toccato ai titolari delle cosiddette autorizzazioni R13 per la messa a riserva in attesa del loro recupero con bonifica dei siti, può anche essere considerato un ostacolo al dragaggio: «Con le casse libere i lavori di approfondimento del canale Candiano sarebbero già iniziati e l’Autorità Portuale avrebbe già dato il via ai lavori di dragaggio».

C’è poi un secondo aspetto che attira l’attenzione di Bucci: «La mancata richiesta della Provincia di Ravenna delle obbligatorie fideiussioni di legge nelle autorizzazioni rilasciate a Sapir e Cmc per il deposito dei rifiuti speciali nelle casse di colmata da loro gestite. Avrebbero dovuto essere pari almeno a 140 euro a tonnellata; considerato poi che le tonnellate di rifiuti giacenti nelle casse di colmata ammontano ad almeno 4 milioni, il danno erariale supererebbe i 560 milioni di euro». Perché mancano le fideiussioni? Bucci ha la sua spiegazione: «La Provincia, al momento del rilascio delle passate autorizzazioni, era socia di Sapir con quasi il 10 percento del capitale e membro, come il Comune di Ravenna, del patto di sindacato che esprime tuttora l’amministratore delegato Roberto Rubboli, già ex Console della Compagnia Portuale. Presumo che non siano state richieste le obbligatorie fideiussioni previste dalla legge, per il palese conflitto d’interessi che la Provincia ha con Sapir, essendone socia e parte correlata nonché per la vicinanza del Partito di maggioranza e governo alla Cmc».

Proprio Sapir è tra le società di cui la Pigna intende cedere i pacchetti azionari in caso di elezione a sindaco di Bucci: «Sapir, Hera, Farmacie, Aser, Azimut – è l’elenco fatto da Veronica Verlicchi, capolista –. Il valore stimato per difetto delle cessioni sfiora i 240 milioni di euro che, sommato all’importo non speso per il patto di stabilità, ovvero circa 60 milioni di euro, conduce a un importo di circa 300 milioni di euro. A questi si possono aggiungere altri 50 milioni in 5 anni derivanti dai risparmi nei costi comunali (dirigenti, locazioni, forniture e consulenti non necessari) e dalla vendita e valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale. Le risorse così disponibili potranno sostenere un volume di investimenti pari almeno a 2 volte la somma indicata, ossia pari mediamente a 700 milioni di euro. Non intendiamo vendere le azioni di Start, Romagna Acque, Ravenna Entrate, Tper, tutte società che riguardano prevalentemente la mobilità, la gestione delle imposte e il ciclo dell’acqua».

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