La festa al comitato di De Pascale – FOTO Ma sono cresciuti solo i voti di Alberghini

Dalla tensione al sollievo in casa Pd: il 31enne eletto con 34mila voti su 120mila. Il dubbio: cosa sarebbe successo col Movimento 5 Stelle?

Un incubo allontanato, un rischio autentico che in questi termini, da queste parti, non si era mai corso. Al comitato elettorale di Michele de Pascale la notte dello scrutinio del ballottaggio é iniziata in un’atmosfera di tensione con i primi dati che segnavano uno scarto minimo e gli exit poll sulla tv che davano sconfitti tutti i sindaci del Pd contro i candidati 5 Stelle.

Man mano che lo spoglio proseguiva qualche breve applauso a celebrare ogni allargamento della forbice e poi, superata la metà dei seggi, l’applauso liberatorio. L’arrivo di de Pascale, i baci, gli abbracci, il sollievo generale sui volti dei consiglieri comunali, dei dirigenti di partito, degli ex sindaci presenti, dello staff.

Un breve discorso di Michele de Pascale per dedicare quella vittoria a Enrico Liverani, l’assessore 39enne prematuramente scomparso a un mese dalla sua elezione da parte del Pd a candidato sindaco e di cui Michele de Pascale ha preso il posto. Un nome che il segretario Pd in questa campagna non aveva mai pronunciato per evitare strumentalizzazioni e che arriva nella serata della vittoria in un momento di commozione generale. E poi subito le priorità su cui mettersi al lavoro. E anche una prima analisi del voto: «È stato un risultato importante, ma non ci basta. Vogliamo riavvicinare anche chi non ha votato alla politica». E in effetti il dato è lì, implacabile. Affluenza sprofondata al 53 percento di cui un 3,6 percento tra nulle e bianche, numeri in crescita rispetto al primo turno (del resto erano stati molti gli endorsement in questo senso). Un sindaco eletto con 34.058 voti sui 123.248 degli aventi diritto, addirittura una ventina in meno di quelli presi il 5 giugno. Il che significa che nelle ultime due settimane non è riuscito ad allargare la sua base di consenso, forse qualche voto fisiologicamente perso è stato compensato, ma nulla di statisticamente davvero rilevante.

Il suo contendente invece ha fatto un balzo di oltre 9mila voti arrivando al 46,7 percento. Voti forse nuovi, in parte provenienti da La Pigna in parte da CambieRà che hanno mostrato quanto anche Ravenna sia contendibile ormai. E quello che anche nel comitato di De Pascale si sente ripetere è: se ci fosse stata Michela Guerra, se ci fosse stato il Movimento 5 Stelle finiva anche qui come a Torino. Se un candidato sindaco sostenuto dalla Lega Nord è riuscito a crescere tanto, figuriamoci se ci fossero stati i grillini (i quali commentano più o meno negli stessi termini sulle loro bacheche Facebook). Più della campagna del Pd “Ravenna non è leghista” è sembrata efficace “chi non vota, è come se votasse il Pd” di Massimiliano Alberghini. Questo è il “vento contrario” di cui ha parlato De Pascale naturalmente, che soffia forte contro un sindaco eletto con poco più della metà dei voti di poco più della metà dei votanti. All’orizzonte una giunta da incastrare, un mare di impegni di mantenere, un consiglio comunale dove si sono moltiplicate le voci dell’opposizione e dove si è rafforzata la Lega a discapito di Forza Italia e Lista per Ravenna. E, come non bastasse, per il Pd anche un referendum costituzionale con una battaglia da condurre da soli anche su questo territorio e su cui il premier e segretario nazionale si gioca tutto. E un nuovo segretario provinciale da fare a breve. Sì, in effetti, difficile dar torto ai tanti che, al comitato elettorale, dicevano «è stata una fatica enorme, e il difficile in realtà arriva da domani». E così un calcino per rilassarci è stato davvero l’ideale…

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CGIL BILLB REFERENDUM 09 – 16 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24