Dopo il caos di aprile-maggio la nuova gara di Hera per affidare il servizio per un anno. Il sindacato vuole più garanzie per le riassunzioni
Cgil ora dice di essere pronta, se sarà necessario, a rivolgersi all’autorità giudiziaria «nel caso ravvisassimo il mancato rispetto della legislazione vigente, anche sull’intermediazione della manodopera e sul rispetto dei contratti di lavoro».
Il nuovo bando, pubblicato a fine luglio, ha una durata di dodici mesi (rinnovabile per altri dodici) con un costo di 18,5 milioni di euro e a differenza del precedente prevede un peso maggiore per l’offerta tecnica nella valutazione dei concorrenti: 70 punti su 100 all’aspetto tecnico e 30 all’offerta economica, con l’intento di ridurre lo spessore del minimo ribasso.
«Il nuovo bando non fornisce garanzie sufficienti ai lavoratori per la continuità del loro impiego – scrive la Cgil in una nota –. Non vorremmo trovarci nuovamente a fare fronte a un’emergenza occupazionale con conseguenze drammatiche per tante famiglie. Le clausole di riassunzione menzionate nel bando risultano troppo generiche e non vincolanti per l’azienda che andrà ad aggiudicarsi il servizio. L’aumento del peso della valutazione tecnica nel bando è un passo nella giusta direzione e ci auguriamo, ma non è detto, che sia sufficiente a mettere al riparo da scelte che privilegiano il massimo ribasso. Tanto più che il Gruppo Hera, rispetto al bando precedente, ha in autonomia ridotto sensibilmente l’importo a base di gara».
Il sindacato, attraverso il segretario provinciale Costantino Ricci, chiede alle amministrazioni comunali che hanno affidato la gestione dei rifiuti alla multiutility di esercitare il loro compito di indirizzo e controllo sull’operato di Hera e dei vari appaltatori: «Avremmo auspicato che sulla realizzazione del nuovo bando di gara si fosse avviato un confronto, mirato a non ripercorrere gli errori del passato. Alle amministrazioni comunali chiediamo attenzione in merito allo sviluppo di questa gara. Rispetto a quanto avvenuto nei mesi scorsi riteniamo che non sia accettabile che in un appalto di un’azienda, che opera in concessione degli enti locali, vi siano lavoratori a cui non sono garantite leggi e contratti e che le importanti risorse economiche pagate dai cittadini non trovino un servizio adeguato, oppure in parte servano a pagare gli oneri di intermediazione tra appalti e subappalti. Ora è necessario che i soggetti coinvolti, Hera e Comuni, si assumano le loro responsabilità affinché in questo servizio non si ripetano i problemi del passato».