Omelia anti gay, il vescovo non aveva autorizzato il prete. Forza Nuova attacca

Il movimento di destra critica la presa di distanze di Ghizzoni da don Lasagni che ha celebrato la messa per il gerarca fascista

La celebrazione della messa in memoria del gerarca fascista Ettore Muti non doveva spettare a don Lorenzo Lasagni e l’omelia del parroco di Pisignano – con dure critiche contro le unioni gay, la sinistra e i partigiani e solidarietà per la poliziotta autrice di un post a sfondo razziale contro i cosiddetti parcheggiatori abusivi di piazza Baracca – ha infastidito il vescovo Lorenzo Ghizzoni che aveva invece affidato l’incarico a don Gioacchino Tchingalesi. Lasagni ora rischia provvedimenti da parte della curia e in sua difesa si schiera il movimento di estrema destra Forza Nuova con una lettera aperta.

La messa doveva spettare al cappellano del cimitero per scelta di Ghizzoni – si apprende dalle pagine de Il Resto del Carlino – e invece Lasagni si è presentato in chiesa poco prima della cerimonia comunicando a Tchingalesi che avrebbe celebrato la funzione. Specificando di aver inviato preventivamente il testo dell’omelia al vescovo, il quale avrebbe avuto modo di vederlo solo in tarda mattina al rientro di altri impegni e quando ormai era troppo tardi.

«Il nostro movimento – scrivono Vincenzo Fanelli, Desideria Raggi
e Mirco Santarelli dicendo di parlare a nome della comunità forzanovista romagnola, tradizionalmente vicina ai valori fondamentali della Chiesa – non si riconosce nelle parole di monsignor Ghizzoni e nel suo atteggiamento nei confronti di don Lasagni, ottimo servo del Signore che ha avuto il torto, secondo il suo punto di vista, di celebrare la messa in suffragio di Ettore Muti». Forza Nuova si rivolge direttamente a Ghizzoni e parla di linciaccio mediatico «da parte della sinistra ma anche da parte della Chiesa modernista della quale lei fa parte.
Quella chiesa che non divulga più la parola del Signore, ma si atteggia quale nuova classe politica interessata alle proprie tasche come i politicanti insegnano; quella chiesa che apre le porte alle coppie gay, alla pedofilia, al nemico numero uno, l’Islam.
Quella chiesa che pensa ai migranti mentre fuori c’è la fila dei senzatetto italiani, quella chiesa che parla di carità cristiana mentre si contorna delle cene più costose, degli appartamenti più belli, senza badare a spese».

Al vescovo di Ravenna e Cervia i tre esponenti di Forza Nuova rivolgono una serie di interrogativi: «Qual è la ragione del divieto imposto a don Lorenzo?
Sulla base di quale concetto cristiano si può impedire ad un prete di celebrare una messa in favore di un defunto chiunque esso sia?
È forse l’omelia di don Lorenzo che non le piace? Da quando la Chiesa condanna le parole di un sacerdote che tenta di proteggere con la preghiera quello che ancora è rimasto in piedi della nostra società cristiana?».

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