L’annuncio del sindaco: la struttura contestata andrà a sostituire i servizi igienici in piazzale Moro, punto di arrivo dei bus
La scelta di piazzale Moro è stata «valutata con la massima attenzione e si è rivelata la più razionale e che genera il massimo risparmio, poiché sostituisce una spesa che comunque sarebbe stata sostenuta».
Il progetto per piazza Kennedy prevedeva che, in continuità con il manufatto che ospita i bagni e la fermata dell’autobus, venissero installati alcuni chioschi per attività commerciali (piadineria, frutteria e fioreria oltre all’edicola che era già presente prima dei lavori): «Assicurato di non generare nuovi ritardi alla conclusione dei lavori, abbiamo deciso che a giorni il bando per l’assegnazione dei chioschi verrà definitivamente ritirato (era già stato sospeso, ndr) e l’edicola rimarrà dove attualmente è collocata», nei pressi dell’ingresso dell’orto botanico all’incrocio tra via Guerrini e via Rasponi. «Siamo al lavoro – dice De Pascale – per trovare una soluzione efficace per il vano tecnico, che sarà anch’esso rimosso in un tempo ragionevole e sostituito da un intervento non impattante ma di qualità e funzionale e che consenta di non disperdere il patrimonio di sotto-servizi di cui la piazza è dotata».
Il sindaco De Pascale nel suo intervento, entrando nel merito delle richieste della petizione, ha ripercorso i passaggi che hanno coinvolto la piazza dal momento in cui si è insediata la nuova amministrazione: «Quando i cittadini si attivano per la bellezza della propria città è sempre qualcosa di apprezzabile e, come ho già avuto modo di dire, tra chi raccoglie firme per abbellire la propria città e chi le raccoglie per cacciare i profughi, ho ben chiaro da che parte stare. Inizialmente l’amministrazione comunale, pur ravvisando alcuni elementi di criticità, aveva ritenuto di non intervenire su un progetto concepito, ideato, discusso e concertato dalla precedente amministrazione, ma di fronte alla mobilitazione dei cittadini abbiamo deciso di intervenire, con l’unica pre-condizione di non ritardare ulteriormente la conclusione dei lavori. Il progetto ha subito nel tempo troppi interventi di modifica. Questo deve essere un monito forte per la città intera: bellezza dei luoghi, architettura e riqualificazione non possono essere affidate agli umori del momento, il rischio è quello di intervenire di volta in volta sui singoli elementi, invece di concepire un disegno unitario e di visione; un progetto architettonico può piacere o non piacere, ma ha sempre un suo senso organico».