Bruciate otto vetture dell’autosalone Il titolare: «Mai ricevuto minacce»

Arrestato un 27enne a Porto Fuori. Sette veicoli erano di un solo commerciante in conto vendita. Videosorveglianza attiva da marzo

«Mai ricevuto minacce, mai avuto problemi con i clienti, mai avuto paura che qualcuno potesse attaccarci». Alejandro Cirelli non sa spiegare l’incendio che la notte tra il 16 e il 17 febbraio ha interessato otto vetture in esposizione nel piazzale dell’autosalone Fc di Porto Fuori gestito con il padre Luis Fabian e il resto della famiglia. I carabinieri hanno arrestato un 27enne albanese incensurato residente a Ravenna: ritengono sia lui il piromane che ha appiccato le fiamme usando della benzina. Una pattuglia dei carabinieri l’ha fermato dopo averlo visto uscire dal piazzale e allontanarsi: addosso aveva una borsa con tracce di benzina.

L’autosalone ha aperto a maggio del 2014, pochi mesi dopo l’avvio dell’attività di autofficina: «Ci stanno chiedendo tutti se abbiamo mai avuto minacce – dice l’imprenditore di origini argentine – e a tutti rispondiamo che non è mai successo. È difficile trovare una motivazione». L’incendio, come detto, ha riguardato otto auto, ora completamente distrutte, in parte dalle fiamme e il resto per via dell’intervento dei vigili del fuoco: «Trattiamo solo auto usate. Quelle erano tutte in conto vendita per terzi. Sette erano di proprietà di un unico commerciante che conosciamo bene e le teneva esposte da noi e l’ottava era di un privato. Una era già stata venduta: il proprietario l’avrebbe ritirata martedì e invece stamattina abbiamo dovuto chiamarlo per restituire la caparra». Per il momento una quantificazione del danno non è ancora stata fatta: «Non saprei dire, ci stiamo lavorando. Anche se ancora dobbiamo renderci conto di cosa è successo…».

L’intervento dei vigili del fuoco è scattato verso le 23 di ieri, 16 febbraio. Cirelli abita di fronte all’attività commerciale in via Bonifica ma a quell’ora era fuori di casa: «Mi hanno chiamato i vicini e sono corso subito sul posto». L’area esterna del capannone è coperta da telecamere di videosorveglianza ma non ci sono immagini perché l’impianto è in fase di test: «Stiamo rinnovando il contratto di vigilanza e temporaneamente le telecamere non registrano. Lo sapevamo che era così ma era una cosa provvisoria: era già in programma l’attivazione completa dall’1 marzo. Nessuno poteva immaginare che servissero prima». Sulla vicenda ora indagano i carabinieri. Che voglio chiarire i contorni del rogo.

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