Legambiente: «Limite dei 30 all’ora in città e percorsi per le bici lungo i fiumi»

Sciame«L’esempio di strada più virtuoso a Ravenna è via Rubicone, dove c’è posto per tutti»

«Se oggi si trovano 15-16 milioni di euro per fare il palazzetto nuovo – e lo dico da tifoso di basket e pallavolo – non è possibile che non ci siano i soldi per fare manutenzione ordinaria, per rendere le strade più fruibili agli ultimi». Claudio Mattarozzi è il presidente del circolo Legambiente di Ravenna e, come è giusto che sia, sogna ancora un altro tipo di città. «Una città che va ai 30 all’ora, che abbia il coraggio in determinate zone di imporre il limite dei 30, perché anche senza soldi si può aumentare la sicurezza. Basterebbe per esempio fare una riga per terra e inventarsi una pista ciclabile, come insegnano in Germania».
Legambiente è testimone comunque di un cambiamento avvenuto a Ravenna negli ultimi 14 anni. L’inizio della «nostra grande scommessa», viene individuato da Mattarozzi nella primavera del 2004, «quando ci si inventò la pedalata del 25 aprile, che in questi anni è un appuntamento fisso per sempre più persone. Ma poi basta guardarsi in giro, in città, basta notare l’enorme quantità di biciclette ovunque. Un esempio è il parcheggio delle scuole, in particolare quello dello scientifico, a Ravenna: fino a qualche anno fa,  poco dopo l’uscita, c’erano sapzi per le bici vuote e 50-60 motorini accesi; abbiamo fatto misurazioni, incontri, sperimentazioni insieme alla scuola e adesso i parcheggi per le bici sono pieni e i motorini sono sempre meno». E anche il conteggio avvenuto durante il passaggio del Treno Verde di Legambiente a Ravenna conferma la versione di Mattarozzi, con circa 1.500 bici parcheggiate di fronte alle sole scuole superiori della città contro le mille dell’anno precedente (quando il conteggio però venne realizzato in febbraio e non in marzo).
Il punto più critico per gli utenti deboli della strada, per Legambiente, resta via Zalamella «una quattro corsie senza attraversamenti in sicurezza, che taglia la città anche in concomitanza di scuole elementari (la Camerani per cui esiste un progetto e la Ricci, ndr). La circonvallazione esterna non ha sortito gli effetti desiderati e le nostre richieste sono rimaste inascoltate. Un esempio virtuoso è invece via Rubicone, realizzata proprio grazie al contributo di Legambiente 15 anni fa, una strada dalla cultura europea con spazio per tutti».
Lasciandosi alle spalle la città, l’amarezza più grande di questi anni, per il presidente di Legambiente, è quella di non essere riusciti a realizzare un vero e proprio circuito ciclopedonale sugli argini dei fiumi, «a causa di una fortissima burocrazia e dello scarso interessamento da parte delle istituzioni coinvolte. Sarebbe invece un volano per certo turismo, un turismo non da sfigati come dice qualcuno, ma di persone spesso dal nord Europa e con il portafoglio pieno…il primo progetto, “Un fiume per amico”, risale addirittura a vent’anni fa ed era incentrato sul Ronco e il Montone».
Ora, in questo senso, è partito “Fiumi uniti per tutti”, un progetto partecipato che è una sorta di laboratorio verso la realizzazione di un percorso urbano tutelato dei fiumi Montone, Ronco e Fiumi Uniti. In maggio il progetto dovrà essere presentato ufficialmente con tanto di manuale con le linee guida e mappa interattiva.

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