«Ravenna farà le celebrazioni dantesche in grande, con o senza risorse statali»

Il sindaco in vista del settimo centenario della morte del Poeta. «Stiamo pensando al superamento della rotonda in piazza Caduti»

Festa.2La presentazione delle linee programmatiche per le celebrazioni dei 700 anni della morte di Dante ha fatto naturalmente discutere in città per diversi aspetti. E sta altrettanto naturalmente suscitando aspettative importanti. Proviamo a fare il punto con il sindaco Michele de Pascale almeno su alcuni aspetti.

Sindaco, cominciamo dal primo, annoso, tema. Ma quanti soldi ci saranno effettivamente?
«Al momento a livello nazionale risulta tutto congelato con il passaggio di Governo. Il primo stanziamento di finanziamenti (circa un milione in tutto per parte scientifica e promozione, ndr) era una cifra assolutamente incoerente rispetto a ciò che ci aspetta. Noi nel comitato nazionale siamo stati comunque chiari: Ravenna farà le celebrazioni in grande a prescindere da quanto lo Stato deciderà di investire, non partiremo a progettare solo quando avremo certezza delle risorse. Il centenario non è una spesa corrente e per un anno si possono trovare le risorse poi ci batteremo per maggiori finanziamenti nazionali».
E dalla Regione?
«Abbiamo avuto i primi 150mila euro che ci hanno permesso di iniziare alcune progettazioni sul Museo dantesco e sto trattando con il Presidente Bonaccini per ottenere un contributo diciamo sostanzioso».
Sta dicendo che Ravenna farà comunque le celebrazioni. Pochi giorni fa ha annunciato che farà comunque i lavori in Darsena nonostante il blocco del cosiddetto “Bando periferie”. Siamo diventati improvvisamente molto ricchi?
«Diciamo che il Comune di Ravenna negli ultimi anni ha goduto di avvenimenti positivi in termini di bilancio, penso ovviamente alla riscossione dell’Imu delle piattaforme petrolifere, a un’attività di recupero di evasione e anche alcune operazioni sulla Holding (un mix di vendite di azioni Hera e nuovi mutui che daranno ai soci alcuni milioni oltre ai normali dividendi, ndr), oltre ad avanzi di amministrazioni. Si tratta di un bilancio sano e solido grazie a scelte fatte in passato, naturalmente non ci sono risorse da sprecare ma possiamo permetterci alcuni investimenti».
Di che cifre stiamo parlando? In quale orizzonte vi state muovendo?
«Parliamo naturalmente di milioni di euro su due capitoli fondamentali di spesa: uno che è quello dei lavori pubblici che faremo nella zona dantesca, l’altro per l’organizzazione di eventi».
Lei ha parlato di Museo Dantesco, casa Farini, piazza Caduti, biblioteca Classense. Davvero per il 2021 vedremo quella zona rinnovata?
«Sì, perché si tratta di interventi di grande impatto anche sociale, penso in particolare a piazza Caduti, ma che in realtà non implicano grandi cantieri, a cui ora non vogliamo sottoporre il centro storico, e nemmeno enormi investimenti».
Tra i più attesi c’è sicuramente piazza Caduti. Cosa dobbiamo aspettarci? Ci aspetta una nuova a pedonalizzazione?
«Non é ipotizzabile una pedonalizzazione completa, al momento sono in corso studi per superare il tema della rotonda e immaginarla come zona di attraversamento “leggero” rafforzando i passaggi pedonali delle linee fra via Mazzini, la zona dantesca e la biblioteca Classense. In questo modo riqualificheremo una parte importante della città».
Sorgerà qui il monumento in mosaico per cui è stato annunciato il bando?
«Lo immaginiamo effettivamente nella zona dantesca, intesa in senso appunto più ampio di quello a cui siamo abituati. La scelta del mosaico per noi è come chiudere un cerchio: ormai sappiamo quanto Dante fu influenzato dai mosaici, ora vogliamo mostrare come la sua opera 700 anni dopo sia in grado di influenzare i mosaicisti contemporanei».
Tempo fa si era parlato anche di una riqualificazione di Largo Chartres e di un’apertura sul retro della Classense.
«Sì, lì i tempi potrebbe essere più lunghi, ma il progetto resta. Anche perché da lì si può immaginare un accesso diretto al piano superiore della Classense, quello storico. L’idea è di far entrare la biblioteca sempre di più nel circuito monumentale. Per il 2021 intanto ci sarà l’ingresso su piazza Caduti, abbiamo già parlato con la scuola Guido Novello con cui c’è grande interazione e sinergia. Anche il 1921, l’anno del sesto centenario, segnò l’inizio della riqualificazione dell’area».
Veniamo ora alle polemiche sul comitato locale per alcune presunte esclusioni eccellenti.
«Ogni qualvolta si costituisce un comitato in una città come Ravenna è legittimo che ci siano valutazioni diverse. Fra l’altro alcune fra le persone citate, tutte degnissime, non erano disponibili o avevano motivi per non farne parte. E però tutte queste persone saranno coinvolte e daranno sicuramente un contributo rilevante. Non voglio rinfocolare polemiche e il mio invito è quello di lasciare un evento così importante fuori dalla strumentalizzazione politica».
C’è chi dice anche che Ravenna abbia un ruolo troppo marginale rispetto a Firenze e Verona e rischia di fare la Cenerentola nel comitato nazionale.
«Con Verona e Firenze stiamo lavorando insieme ed è evidente di per sé che la celebrazione della morte di Dante fa di Ravenna la meta principale. È interesse di tutte e tre le città un percorso integrato, perché il turista internazionale difficilmente visita una sola meta. Il punto semmai è costruire un rapporto tra noi e le altre due città perché non sia Roma a farla da padrona, visto le grandi istituzioni culturali che ospita. Vogliamo che Ravenna sia protagonista anche sul piano dei convegni di studi internazionali e per questo collaboriamo con una capitale mondiale della cultura come Firenze».

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