Catastrofe a Kabul dopo la presa dei Talebani: in Afghanistan attacco all’umanità

L’appello di Navid Rasa, emigrato da tempo in Italia, con famiglia e amici dispersi fra il paese d’origine e la fuga in Turchia

Aereoporto Kabul 1Nel numero di settembre del 2016 della rivista “CasaPremium” (pubblicata dalle vostre edizioni), nella rubrica Città e Società, uscì il mio articolo La polvere senza forma che ha invaso l’Afghanistan.
L’articolo raccoglieva due interviste che trattavano dell’Afghanistan, rilasciatemi rispettivamente da Emanuele Giordana e Navid Rasa. Avevo avuto modo di conoscere Emanuele Giordana, conduttore storico della trasmissione
Radiotre Mondo, durante il Festival delle Culture di Ravenna; Navid Rasa, invece, l’avevo incontrato a casa dell’amica comune Julie Wade, in occasione di un suo viaggio a Ravenna per presentare il progetto LHACS – Let’s Help Afghan Children to Study, il cui scopo era aiutare i bambini afghani ad avere accesso all’istruzione. Nell’articolo, il racconto di Navid riportava importanti informazioni riguardo alla storia contemporanea dell’Afghanistan, suo paese di origine, e il drammatico diario di viaggio Afghanistan-Italia definito da Navid un «sogno clandestino».

A seguito del recente ingresso delle milizie Talebane a Kabul, Navid mi ha scritto che suo padre e sua sorella più piccola sono scappati in Turchia, mentre sua madre «ha ottenuto il nulla osta per uscire dall’Afghanistan ma non esiste un consolato per concederle un visto». Navid mi ha comunicato che sentiva la necessità di esprimere per iscritto il suo pensiero riguardo a questi ultimi accadimenti e mi ha chiesto se era possibile pubblicarli. Di seguito la sua testimonianza, inviatami lo scorso 22 agosto.
Le foto sono state scattate fuori dell’aeroporto di Kabul dalla madre di Navid in cerca di un varco per lasciare l’Afghanistan.

Aeroporto Kabul 2«Sono giorni che mi metto al computer per scrivere sulla situazione in Afghanistan ma il mio cervello non riesce a concentrarsi. È impossibile avere la mente tranquilla, le notizie, le chiamate disperate dei familiari e degli amici, le immagini violente che girano sui social media, il pensiero di aver perso i sogni di un’intera generazione ed avere un gruppo di terroristi a governare la mia terra natale, il tradimento dei nostri “alleati” che ci han venduti al Pakistan, la nuova narrativa che i potenti vogliono farci credere sui “Talebani Buoni” attraverso i media; vent’anni di guerra; vent’anni di distruzione; migliaia di morti e miliardi di dollari spesi in nulla! Assolutamente in nulla!

Quel che sta succedendo in Afghanistan è il fallimento dell’umanità, della cultura, della morale e della politica. Gli accadimenti in Afghanistan ci riguardano tutti, proprio tutti. Stiamo assistendo ad un disastro immenso che avrà gravissime conseguenze da tutti i punti di vista sulla nostra vita quotidiana.

Dal punto di vista umano, abbiamo fallito nel creare un mondo equo, pacifico, senza conflitti, un mondo umano. Abbiamo fallito a proteggere chi della nostra protezione aveva bisogno. Abbiamo fallito ad impedire che la storia si ripetesse, che ciò che è accaduto un secolo fa – durante le guerre mondiali – accada di nuovo nel 2021 al popolo afghano. Abbiamo chiuso un occhio e permesso che i nostri governi facessero guerre ovunque senza resoconto. Pensiamo che la politica e le guerre non ci riguardino senza capire che ci riguardano e come; anzi, siamo direttamente coinvolti visto che non chiediamo un resoconto. Non chiediamo una spiegazione su come sia potuto succedere un disastro del genere. Abbiamo fallito quando non abbiamo contestato l’aumento dell’industria bellica e la vendita e l’esportazione delle armi nel mondo. Abbiamo fallito quando abbiamo accettato la retorica e la propaganda della politica sulle guerre a difesa dei diritti e della democrazia. Ognuno di noi è responsabile di ciò che sta accadendo ai bambini e alle donne afghane se non iniziamo ora ad agire. Risvegliamoci, riprendiamoci il potere e facciamo pressione affinché i nostri governi facciano il loro dovere.

Da un punto di vista culturale e morale, abbiamo ceduto ai terroristi. Ricordiamoci! I Talebani, l’Isis, Al Qaeda sono tutti della stessa ideologia, rappresentano la stessa religione, hanno le stesse menti. Loro sono contro la cultura, contro la diversità, contro le donne, contro i diritti. Loro sono i barbari, per la violenza, per le uccisioni, il terrore, gli attentati e la conquista delle terre “non musulmane”. Loro sono per la distruzione di tutto ciò che non è l’Islam fanatico. L’abbiamo visto con la distruzione dei Buddha in Afghanistan oppure dei monumenti storici in Siria ed altrove. Oggi tocca all’Afghanistan ma questa violenza, questo rogo, prima o poi arriverà alle nostre porte. Fermiamoli ora. Fermiamo loro e i loro sostenitori ora.

Dal punto di vista politico, solo una parola può descrivere questa situazione: vergogna.

Vergogna innanzitutto per il popolo afghano che in vent’anni non ha saputo avere un piano per modernizzare il paese e uscire dall’era buia e medievale in cui ci hanno lasciato anni di guerra e di conflitti; il popolo afghano non ha saputo sconfiggere la corruzione, mettere da parte il razzismo e la discriminazione nei confronti di diverse etnie; invece di proteggere i propri confini e combattere contro i terroristi, costruire il proprio paese, proteggere la propria cultura e la terra natale di Zaratustra, esso ha continuato ad appoggiare gruppi diversi come i jihadisti e i signori della guerra in base ai propri interessi, ha contribuito al terrore e all’uccisione della nuova generazione di giovani uomini e donne istruiti; il popolo afghano ha preferito proteggere l’Islam più che la propria terra, le proprie radici e cultura; non ha voluto progredire e quindi costruire il proprio paese in maniera autonoma invece che cercare l’appoggio di aiuti internazionali. In primissimo luogo, è proprio il popolo afghano il responsabile di questo disastro.

Vergogna per i governi Usa e la Nato per aver iniziato una guerra inutile vent’anni fa per chissà quali interessi e soprattutto, per aver lasciato l’Afghanistan e 35 milioni di persone nelle mani dei terroristi appoggiati dal Pakistan e dall’Arabia Saudita. Vergogna per aver mentito per vent’anni sulla difesa dei diritti umani e sulla protezione alle donne afghane; vergogna per aver fatto uccidere migliaia di soldati e civili per niente; vergogna per esser scesi a compromessi con i terroristi e quindi averli riconosciuti e legittimati (Accordo di Pace tra Usa e Emirati Islamici dell’Afghanistan del febbraio 2020); infine, vergogna per la propaganda di salvare gli afghani dopo aver messo in pericolo milioni di loro, per le ingiustificabili dichiarazioni di Biden e per il silenzio che tutti hanno adottato.

Aeroporto Kabul 3Vergogna anche per i nostri vicini, i cosiddetti paesi “musulmani” che hanno continuato a dare supporto ai terroristi ospitandoli, armandoli e legittimandoli. Vergogna al Pakistan che finanzia, organizza e forma i vari gruppi terroristici nel proprio territorio e che ha invaso l’Afghanistan con il permesso dei nostri alleati Occidentali. Vergogna per la Repubblica Islamica dei Mullah Iraniani che hanno preferito appoggiare i terroristi invece che i loro vicini della stessa cultura, tradizione e lingua.

Situazione attuale.
Resta il fatto che oggi sul campo abbiamo della gente disperata. Una popolazione di 35 milioni di persone è disperata. Il governo corrotto di Ghani ha lasciato il paese nel vuoto. Nessuno, né i Talebani né altri si prendono la responsabilità della sicurezza e della gestione del paese. La gente non sa cosa fare. Milioni di persone sono sotto la soglia di povertà e ormai non hanno nemmeno da mangiare. Tutto il sistema bancario è al collasso. Gli Atm chiusi, le banche chiuse. Tutte le persone che sostenevano le proprie famiglie mandandogli dei soldi dall’estero, ora non lo possono più fare.

Il sistema sanitario è al collasso. I medici e gli infermieri non ce la fanno più. Molti di loro sono fuggiti per salvare la propria vita nonostante la propaganda dei Talebani di permettere ai medici donne di continuare a lavorare.

L’istruzione è al collasso. Il 60% degli studenti universitari erano le ragazze. Ora non possono più studiare. Nei migliori dei casi – in alcune città principali come Herat, i Talebani permettono l’istruzione femminile ma con classi separate e solo insegnanti donne. In caso non ci siano, solo insegnanti maschi anziani.

Le donne vivono nel terrore. Nelle periferie, i Talebani cercano casa per casa per le bambine da portare via come bottino di guerra in quanto glielo permette la loro religione basandosi su un’interpretazione distorta e fanatica del Corano. Ci sono migliaia di segnalazioni di donne punite per non aver usato l’Hijab o uccise per essersi rifiutate di sposarsi con i terroristi pakistani. Ci sono varie testimonianze che i terroristi partono dal Pakistan già con la promessa di avere “donne bianche afghane” una volta conquistato il Paese. Inoltre, le donne non hanno più nessun diritto di lavorare, di avere una vita sociale ed economica. Punto! Non cadiamo nella trappola e nella propaganda americana-mondiale secondo cui i Talebani sono cambiati. È una retorica scadente e falsa. Non ci sono Talebani buoni e cattivi. Ci sono solo Talebani terroristi, violenti, barbari.

Inoltre, nonostante la grande propaganda hollywoodiana dei Talebani buoni, tutti coloro che lavoravano al governo, attivisti, giornalisti, giovani e anziani, donne e uomini: tutti sono perseguitati. Ci sono diverse segnalazioni su come stanno creando liste di persone da uccidere cercandole casa per casa. Questo oltre ai pericoli di vita che corrono le comunità o etnie minoritarie come gli Indù e gli Hazara.

Un altro aspetto molto importante di questa vicenda è come i media – appunto seguendo una linea propagandistica, stanno manipolando l’opinione pubblica internazionale focalizzando l’attenzione solo sull’aeroporto di Kabul. Purtroppo, l’Afghanistan è un paese molto vasto e non finisce nell’aeroporto della capitale. Perciò, attenzione a non accettare la propaganda. Se il mondo pensa di lavarsi le mani per quel che ha fatto all’Afghanistan portando via qualche disperato, questa non è la soluzione, eventualmente ci sono circa 30 milioni da salvare considerando che solo circa il 14% della popolazione è favorevole al regime islamista fanatico dei Talebani. Non tutti possono andare a Kabul per entrare in aeroporto e lasciare il paese.

Purtroppo sta accadendo di tutto in Afghanistan in questi giorni e si teme una situazione ancora molto più grave una volta che i Talebani inizieranno a governare. Per ora si dice che i Talebani stiano “negoziando” con alcune figure conosciute rimaste nel paese – come Karzai e Abdullah – per un governo inclusivo. Ma la cosa più importante di cui tutti siamo a conoscenza è che qualsiasi governo stabilissero, si baserà sulla Sharia. Ciò vorrà dire una dittatura islamista basata sulle leggi di un libro scritto 1400 anni fa. Ciò vorrà dire violenza continua, uccisione di chi non accetterà di basare la propria vita sulle stupide preghiere, su una religione e su credenze barbariche dei terroristi. Le donne sono già state eliminate dalla scena sociale e politica e saranno rinchiuse nelle loro abitazioni sotto il controllo dei loro mariti. Ciò vorrà dire che avremo un’economia ferma, lontana dalle moderne teorie economiche e quindi basata sulle credenze primitive islamiche. Infine, ciò vorrà dire una cultura millenaria distrutta da quella straniera che ci governa da più di 1400 anni.

Aeroporto Kabul 4Cosa possiamo fare noi?

Dal punto di vista politico.
– Possiamo fare pressione sui nostri governi affinché non riconoscano un governo terrorista-talebano. Ma questo non basta, non devono nemmeno permettere ad altri Stati di riconoscerli facendo a loro volta pressione politica oppure facendo leva sugli aiuti economici che stanno dedicando a paesi come il Pakistan. Il Pakistan di cui nessuno parla è direttamente coinvolto in questa invasione dei barbari e di conseguenza – se veramente l’Occidente si vuole dissociare da eventuali appoggi ai gruppi terroristici – bisogna tagliare subito gli aiuti economici al Pakistan e ad altri paesi islamisti. Gli Usa stanziamo 3 miliardi di dollari all’anno per il Pakistan. Abbiamo il dovere morale di capire dove finiscono questi soldi.
– Facciamo pressione affinché i nostri governi aiutino più giovani afghani possibile con i corridoi umanitari non solo in aeroporto a Kabul ma in altre città come Herat dove per esempio l’Italia ha avuto un ruolo importante ed ha contribuito molto in tutti i campi. Ciò può avvenire specialmente attraverso la concessione di visti di studio in collaborazione con gli enti locali e con le università.
– Riconoscere il diritto alla cittadinanza agli afghani già presenti nel territorio italiano da anni, coloro che si sono integrati nella società e hanno contribuito al suo sviluppo. E, di conseguenza, riconoscergli il diritto al ricongiungimento familiare salvando quindi una parte della popolazione bloccata in Afghanistan.
– Non permettere ai partiti politici di strumentalizzare la situazione per interessi di parte ed elettorali.
– Non accettare la propaganda mediatica ed informarsi sulla situazione attraverso diverse fonti locali e autorevoli senza basarsi solo su ciò che vediamo nei Tg e sul web.

Dal punto di vista sociale ed umano.
– Dobbiamo creare una “entità” come base per tutti i tipi di aiuti/servizi a livello territoriale. Perciò avremmo bisogno di volontari che facciano da tramite tra i cittadini in Italia e le famiglie afghane. Questa “entità” ci aiuterà a organizzarci meglio ed avere traccia di ciò che si fa nel campo e quindi la possibilità di non creare confusione.

Questa “entità” avrà il ruolo di attivare strumenti e servizi.
– Gestire il flusso di informazioni che serve a chi vuole uscire dall’Afghanistan.
– Fare pressione a livello politico sui temi di cui sopra.
– Offrire un servizio legale ai cittadini afghani presenti in Italia per poter ricongiungersi ai familiari in pericolo in Afghanistan.
– Gestire gli aiuti economici a favore dei bisognosi in Afghanistan attraverso persone di fiducia.
– Organizzare manifestazioni di dissenso contro i talebani e chi li sostiene.
– Offrire servizi a coloro che arrivano in Italia come: la legalizzazione dei documenti nei vari uffici (permessi, CF, CI ecc.); il sostegno economico; la  formazione per la lingua e gli studi; la ricerca di un’occupazione; le sedute psicologiche per chi ne ha bisogno.
– Per aiutare le famiglie bisognose in Afghanistan, dovremmo organizzarci e definire un modo sicuro ed affidabile per far arrivare dei soldi minimi per la sopravvivenza. Attenzione a dare denaro alle organizzazioni internazionali in quanto si può rischiare che solo una piccola percentuale dei nostri soldi arrivi ai bisognosi.

Vorrei concludere con una promessa ed un messaggio al mondo, ai terroristi, al Pakistan e tutti i loro amici filo-talebani: noi afghani siamo abituati alle guerre e a soffrire. Cadiamo ma ci rialziamo. Cadiamo di nuovo ma ci rialziamo di nuovo! L’Afghanistan è stato e sarà sempre la “tomba degli invasori” quindi il Pakistan e loro amici devono sapere che la nostra terra non è conquistabile. Li cacceremo fuori presto ma questa volta non se la caveranno bene. Questa è una guerra dichiarata da una nuova generazione – donne e uomini, noi non combatteremo con le armi ma con l’istruzione, con la cultura, con l’umanità. Noi combatteremo per cambiare la mentalità dei nostri concittadini, portandoli a ragionare diversamente sull’importanza della religione e madre terra.
Ora la guerra è nelle nostre mani, noi non ci vendiamo come hanno fatto le altre generazioni. Non accetteremo mai di vivere sotto una bandiera che rappresenta i terroristi. Noi accetteremo solo uno stato laico, libero ed indipendente. Dove la religione non possa essere una causa di guerre. Dove chi vuole credere possa farlo liberamente, come possa farlo liberamente chi non crede.

È troppo chiedere questo? No! Quello che è stato troppo sono i 40 anni di guerre, attentati, divisioni che abbiamo subito. La grande parte della popolazione afghana attuale è nata e vissuta solo in guerra. Non ha mai conosciuto la pace.
Siate pronti!».

Navid Rasa          22.08.2021, Bologna

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