Torna in presenza l’evento annuale a sostegno dell’Istituto oncologico romagnolo
Il ricavato della serata sarà interamente utilizzato per sostenere i servizi che lo Ior porta avanti in provincia, come ad esempio l’assistenza gratuita ai pazienti del territorio tramite l’accompagnamento e il Progetto Margherita: attività la cui intensità sta tornando rapidamente ai ritmi pre-Covid. Da non dimenticare inoltre il ruolo fondamentale dello Ior a supporto dei nuovi corsi di laurea di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, che danno lustro non solo alla provincia di Ravenna ma alla Romagna intera.
Alla serata sono previsti gli interventi di Mattia Altini, direttore sanitario dell’Ausl Romagna, di Stefano Tamberi, responsabile Unità Operativa dell’Oncologia dell’Ospedale Santa Maria delle Croci, e del direttore generale dell’Irst di Meldola, Giorgio Martelli. A rappresentare il mondo delle istituzioni il sindaco Michele De Pascale.
«Dopo un anno difficile per le attività di volontariato si torna gradualmente alla normalità – spiega Mario Pretolani, presidente dell’associazione volontari e amici dello Ior – un’organizzazione come la nostra, che fa della prossimità e della vicinanza il proprio fondamento, ha accettato suo malgrado lo svolgimento solo parziale dei servizi, consapevole della necessità di misure emergenziali ma altrettanto conscia delle problematiche che avrebbe creato la sospensione dell’assistenza gratuita a beneficio dei più fragili. La ripartenza per noi è dunque molto importante: vogliamo continuare a dare ai pazienti e alle loro famiglie quel supporto necessario per rendere migliore la qualità della vita durante la terribile malattia. Vogliamo continuare le attività di finanziamento dei progetti di ricerca e di acquisto di tecnologia innovativa per realizzare la vision del Prof. Dino Amadori verso un futuro sempre più libero dal cancro. La “Soirée IOR” vuole essere molto più di una semplice cena di beneficenza. In una fase in cui le drammatiche vicende del Covid-19 hanno messo in secondo piano tutte le altre patologie occorre rimettere al centro i bisogni del paziente oncologico, sicuri di ritrovare sul territorio bizantino una sensibilità con pochi eguali verso la mission che portiamo avanti dal 1979».