giovedì
03 Luglio 2025
solidarietà

I bambini saharawi per un giorno al bagno Ruvido: «Non avevano mai visto il mare»

Si rinnova il progetto di accoglienza di Auser. «Sono piccoli ambasciatori di pace»

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Mirella Rossi con i bambini del Saharawi

I bambini saharawi sono tornati al mare a Ravenna, ospiti di Auser volontariato. La collaborazione con l’associazione Cabara Lagdaf di Modena è attiva da diversi anni: Auser sostene il progetto attraverso l’acquisto di cioccolato a Natale e uova di Pasqua, ma l’accoglienza ai ragazzi si era interrotta a causa del Covid.

I piccoli ambasciatori di pace dei paesi liberati del Fronte Polisario sono interessati dal progetto regionale che impegna i comuni di Modena, Reggio Emilia e Ravenna a sostenere l’accoglienza e la cura dei bimbi malati, sopratutto di celiachia e calcolosi renale, grazie al quale i bimbi venivano curati nei centri ospedalieri dei comuni emiliani e terminavano il loro soggiorno a al mare a Ravenna, ospiti appunto di Auser.

Quest’anno l’accoglienza è ripresa in modalità ridotta: non c’è stato il tempo per organizzare il soggiorno, ma ugualmente i giovani africani sono venuti per un giorno solo, ospiti del bagno Ruvido di Punta Marina.  Sono arrivati in pullman, con i volontari che li hanno accompagnati e il loro maestro e interprete; 15 tra bambine e bambini di 8 anni e 2 di 15.

«Non hanno mai visto il mare – racconta Mirella Rossi, presidente di Auser Ravenna, presente all’incontro -: si sono tuffati in acqua sorpresi di quanta il mare ne contenesse, perché nel loro Paese il vero problema è la risorsa idrica e le loro malattie derivano proprio dall’alimentazione e dalla mancanza di sufficiente idratazione. Hanno raccolto conchiglie che – come ci hanno raccontato i volontari – al ritorno hanno portato con se negli zainetti per mostrare a casa ai loro cari».

«Voglio ringraziare di cuore lo staff del bagno Ruvido di Punta Marina – chiude la presidente – che ci ha ospitato e accolto facendoci sentire una grande famiglia; e i tanti bagnanti che si sono interessati a conoscere la storia del popolo Saharawi che vive in campi profughi in durissime condizioni climatiche e ambientali, sostenuto da organizzazioni di aiuto umanitario e dai singoli governi in attesa di un referendum sulla autodeterminazione per la definizione condivisa e definitiva del conflitto col Marocco. È stata un splendida giornata e auspichiamo dall’anno prossimo di riprendere il rapporto di accoglienza interrotto negli ultimi anni».

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