Il Comune di Faenza e l’Unione della Romagna Faentina hanno dato vita lo scorso aprile al progetto “Casaviva”, un’agenzia che propone affitti a canone calmierato tra i proprietari di case sfitte e la popolazione della fascia cosiddetta “intermedia/grigia”, cioè coloro che, pur fruendo di un reddito, non riescono a permettersi un alloggio nel libero mercato e, al tempo stesso, non soddisfano i requisiti che danno accesso all’edilizia residenziale pubblica.
L’idea è nata nell’estate del 2021, tramite una rete di associazioni del terzo settore che voleva far fronte all’emergenza sfratto dopo i blocchi imposti dalla pandemia. Il servizio è destinato ai cittadini con un Isee tra 9.360 e i 35mila euro.
«Il progetto non si rivolge all’utenza fragile, già in carico all’assistenza sociale – spiega Davide Agresti, assessore alle Politiche abitative del Comune di Faenza –. Piuttosto a lavoratori precari, stranieri e famiglie numerose, ma anche studenti, giovani coppie e, purtroppo, cittadini alluvionati».
Gli inquilini possono contare su un canone più accessibile rispetto alle tariffe convenzionali e su un eventuale aiuto al raggiungimento della quota mensile grazie ai fondi del progetto. I proprietari vengono affiancati e facilitati nella mediazione e nel disbrigo della burocrazia, ottengono una scontistica sull’Imu e un fondo di seimila euro da utilizzare per piccole riqualificazioni all’immobile o per far fronte a eventuali danneggiamenti della casa. «Inoltre il proprietario ha la garanzia di un pagamento sicuro perché, in caso di morosità, i Comuni hanno istituito un fondo di garanzia».
Negli otto mesi di attività del progetto sono stati coinvolti venti proprietari immobiliari e qualche decina di inquilini. I contratti firmati sono stati circa quindici. «Numeri non altissimi, ma di cui ci riteniamo soddisfatti considerando i pochi mesi di lavoro – commenta Agresti –. Il progetto nasce per mettere in comunicazione e avvantaggiare entrambe le parti, immettendo al tempo stesso nuovi alloggi sul mercato della locazione, attraverso il riuso del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato. Il riscontro che riceviamo dai partecipanti al progetto è molto positivo e gli obiettivi per il 2025 sono quelli di stringere i contatti con nuovi proprietari immobiliari, creare una rete di artigiani per le manutenzioni e rafforzare il dialogo con le agenzie tradizionali che possono aderire».
A gestire il progetto è “Fondazione Abitare”, realtà locale nel tema dell’housing mentre i finanziamenti sono arrivati dal “Patto per la Casa Emilia-Romagna” della Regione e del Programma Fondo sociale europeo Plus . «Siamo stati i primi a dare vita a un progetto simile in regione – conclude Agresti –, ma anche i Comuni vicini, soprattutto quello di Ravenna, stanno dimostrando interesse per la formula».