martedì
09 Settembre 2025
ambiente

Una scogliera sommersa con ostriche e sabellarie contro l’impatto del cambiamento climatico

Approvato il progetto esecutivo da 1 milione di euro. Lavori entro l'anno tra la foce del Bevano e Lido di Dante

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Partiranno entro l’anno i lavori di realizzazione della scogliera sommersa che verrà collocata poco più a nord della foce del torrente Bevano e a sud dell’abitato di Lido di Dante. Il progetto è stato finanziato dall’Unione europea nell’ambito dei progetti Life e ha l’obiettivo di testare delle soluzioni basate sulla natura contro l’impatto del cambiamento climatico.

L’intervento prevede la realizzazione di reef artificiali con l’obiettivo di ripristinare gli habitat sottomarini, aumentare la biodiversità, migliorare la qualità dell’acqua e proteggere la costa e gli ecosistemi costieri dalle mareggiate e dai processi di erosione su un tratto sabbioso particolarmente fragile ed esposto ai fenomeni erosivi. Il reef infatti fungerà da barriera artificiale,  smorzando la forza delle onde sulla battigia, ma  anche da vivaio per il ripopolamento di quel tratto di mare con ostriche autoctone e sabellarie, specie oramai minacciate nei nostri mari ma che un tempo erano presenti in quantità anche sul nostro litorale.

La giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo che riguarda la realizzazione del reef e che prevede un contributo di quasi 650.000 euro dalla Commissione Europea grazie al programma Life 2021 – 2027 per la protezione dell’ambiente. Per la realizzazione del reef l’investimento complessivo sarà di circa un milione di euro, di cui 363.544 a carico dell’Amministrazione comunale.

I lavori consisteranno nella posa dei cosiddetti “materassi” in rete metallica di dimensioni modulari di 5 metri per 2 e alti 30 centimetri, posti su più livelli per formare dei macro blocchi e riempiti e confezionati prima della posa con materiale calcareo a spigolo vivo, in modo da creare un ambiente idoneo sia ad accogliere le ostriche sia alla loro crescita. Il reef artificiale non sarà visibile poiché si troverà ad una profondità tra i 2 e 2,60/2,80 metri sotto il livello del mare per favorire la crescita delle ostriche.

La dimensione complessiva della struttura coprirà un’area di circa 100 metri per 48. I lavori saranno svolti interamente da mare con mezzi marittimi (moto-pontoni) idonei al trasporto e alla posa dei massi per la struttura di base e dei “materassi” in rete metallica.

Il reef sarà popolato poi successivamente con le ostriche e le sabellarie, piccoli policheti in grado di creare scogliere sommerse aggregando la sabbia.

«L’area è particolarmente adatta all’insediamento e alla crescita delle specie che si intendono ripristinare – si legge in una nota del Comune -, come testimoniano le popolazioni già esistenti di Sabellaria spinulosa alla base delle vicine barriere frangiflutti. Inoltre, la documentazione storica testimonia la presenza di ostriche autoctone lungo le coste dell’alto Adriatico, di cui oggi, invece, non esiste più traccia. Si creeranno, quindi, le condizioni iniziali idonee all’insediamento di queste specie e si innescherà un processo di bio-costruzione mediante una pre-semina con ostriche autoctone raccolte o allevate (Ostrea edulis) e da Sabellaria spinulosa provenienti da aree limitrofe».

Indirettamente il sito consentirà di aumentare anche il numero di altre specie marine, tra cui alghe, invertebrati e pesci, offrendo un luogo ideale per la riproduzione e protezione degli individui giovanili e ripopolando il mare circostante. Inoltre, attraverso una successiva fase di monitoraggio alla realizzazione del reef si potrà studiare l’efficacia della proposta progettuale in modo da valutarne l’eventuale replicabilità in altre località del Comune di Ravenna o d’Europa.

Il progetto vede impegnati anche due dipartimenti dell’Università di Bologna (Bigea e Dicam) capofila del progetto, il Parco del Delta del Po, Proambiente, spin-off del Centro nazionale delle ricerche, Fondazione Flaminia con il suo centro per l’innovazione Cifla.

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