venerdì
14 Novembre 2025
il ricordo

Bakkali, dieci anni dopo gli attentati di Parigi: «Gli spari, i morti, le urla. Non dimenticherò mai»

La parlamentare ravennate quel 13 novembre del 2015 era al Carillon, dove ci fu la prima sparatoria: «Ci nascondemmo in una rientranza»

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Dieci anni dopo, la parlamentare ravennate Ouidad Bakkali è tornata a Parigi, insieme al compagno, per ricordare gli attentati terroristici di matrice islamica del 13 novembre 2015, sferrati in più zone della capitale francese da un commando armato collegato all’Isis. Bakkali fu testimone diretta, dieci anni fa (quando era assessora nella giunta Matteucci), come ha ricordato ieri in un post pubblicato sui social.

«Da 10 anni questo giorno per me non è come gli altri. Io ed Emilio (Macchia, il suo compagno, ndr) eravamo lì, al Carillon (il locale dove è andata in scena la prima sparatoria di quella sera, ndr), stavamo bevendo un aperitivo in attesa del tavolo al ristorante cambogiano dove volevamo andare da tempo. […] Improvvisamente abbiamo sentito gli spari, visto tavolini saltare per aria, persone buttarsi per terra, corpi che ricordiamo senza vita. Non conoscevamo il rumore degli spari, sembravano fuochi d’artificio. Da allora non li sopporto più».

«Ci misi tre giorni per piangere – ricorda Bakkali -, mi dissero che era un freeze emotivo e che mi sarei sbloccata forse all’improvviso, fu così, successe quando mia sorella richiamò mio nipote che era nell’altra stanza, mentre prendevamo un caffè. Quel grido mi fece piangere a dirotto per non so quanto. Dopo la prima raffica di colpi ci fu un attimo di silenzio, poi ricaricarono e ricominciarono a sparare. Noi ci nascondemmo in una rientranza, vedevamo i proiettili bucare il muro davanti a noi. Quando tutto finì e i terroristi ripartirono ricordo le urla, una signora scese aprì il cancello del condominio fece entrare noi e altre decine di ragazzi nell’androne. Ragazzi da tutto il mondo. Arrivarono le forze dell’ordine, le ambulanze, ci ordinarono di rientrare a casa “ rentrez check vous!” . Cominciammo a camminare verso casa , Parigi era in differita, nessuno sapeva ancora del massacro che c’era appena stato, nei bar qualche strada più in là nessuno sapeva ancora. Al Carilllon morirono 13 persone. Il giorno dopo seppi di Valeria Solesin (la ricercatrice italiana uccisa al Bataclan, ndr). Il terrorismo è stato questo, il male assoluto che irrompe nella vita e devasta tutto. Ammazza quante più persone può. Lascia solchi e ferite indelebili».

«No – termina il post Bakkali -, non ho particolari analisi politiche da fare oggi. Ma ricordo solo che mi feci alcune promesse: che avrei sempre ripudiato l’odio e chi lo semina. Che sarei sempre tornata a Parigi. Che non avrei mai dimenticato».

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