Ravenna può vantare un campione che viaggia per il mondo e conquista medaglie. Si chiama Yuri Ferrigno, ha 38 anni, e oggi può fregiarsi del titolo di campione europeo di para-badminton, dopo un’impresa che ha dell’incredibile: tre ori conquistati all’inizio di ottobre agli Europei di Istanbul, nel singolare maschile, nel doppio maschile e nel doppio misto. Nel singolare, Ferrigno ha piegato la resistenza del forte spagnolo Francisco Motero dopo una battaglia punto su punto, annullando due match point e chiudendo al fotofinish con i parziali di 16-21, 21-15, 22-20. Più netta, la vittoria nel doppio maschile al fianco dello svizzero Luca Olgiati, dove i due hanno superato i favoriti francesi Jakobs e Toupe con un doppio 21-16. Dominio assoluto, infine, nel doppio misto con un’altra svizzera, Ilaria Olgiati: i belgi Van der Kelen e To non hanno potuto nulla, battuti in due set secchi (21-4, 21-6).

Nel 2007 un grave incidente in auto a Imola ha cambiato per sempre la vita di Ferrigno: fuori strada nel tentativo di schivare un veicolo, costringendolo alla sedia a rotelle a 19 anni. Durante il periodo riabilitativo, da grande amante dello sport, ha avuto la possibilità di provare diverse discipline, grazie al lavoro della terapia occupazionale, la parte della riabilitazione che aiuta le persone a raggiungere la massima autonomia possibile attraverso attività di vita quotidiana, lavorative e ricreative. «Una volta metabolizzato l’accaduto, volevo diventare uno sportivo paralimpico di alto livello e il tennis mi colpì subito – racconta Ferrigno –. Mi allenavo a Bologna, ma ho capito presto che nel circuito internazionale di tennis paralimpico non esistono categorie in base all’handicap. E io, da persona molto rigida, facevo fatica ad accettare certe disuguaglianze fisiche non colmabili con l’allenamento».
La svolta è arrivata nel 2017, quando Ferrigno è stato contattato dal Comitato paralimpico per provare il badminton, sport principe del continente asiatico. «Dopo essermi accertato della presenza di categorie, ho iniziato ad allenarmi a Modena e dopo sei mesi ho vinto il primo titolo italiano». Da lì, una crescita costante che ha portato l’argento mondiale nel 2022, il bronzo europeo nel 2023, il bronzo mondiale nel 2024. E ora, tre ori agli ultimi Europei. «La mia vita oggi è scandita dall’allenamento e sono a tutti gli effetti un atleta professionista. Mi alleno sei ore al giorno, a Milano, dal lunedì al venerdì».
Il grande rimpianto, ad oggi, è la mancata qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo del 2024. «Fino all’ultimo torneo in Thailandia ero dentro, ma non sono riuscito a qualificarmi per un soffio anche a causa di un sorteggio complicato e un regolamento che garantisce solo a tre atleti prettamente singolaristi di partecipare alle Olimpiadi. Il mio grande obiettivo è qualificarmi per quelle di Los Angeles del 2028».
Pur allenandosi altrove, Ferrigno tiene vivo il legame con la sua città, dove torna appena può per stare con amici e familiari. Proprio a Ravenna ha provato ad approcciarsi alla scherma e poi al nuoto, nel periodo di transizione tra tennis e badminton. «La città offre diverse discipline paralimpiche, dal nuoto alla scherma, al tiro con l’arco, ma è necessario spostarsi per tutte le altre – afferma il campione –. La scherma seduta è molto più difficile di quella in piedi: bisogna essere estremamente abili».
Ferrigno non nasconde il suo disappunto per il ritardo italiano in materia di accessibilità per le persone con disabilità: «A livello di barriere architettoniche siamo molto indietro rispetto al resto del mondo. A Ravenna, per fare un solo esempio, i parcheggi per disabili hanno il marciapiede dal lato del guidatore, rendendo difficile la discesa. Basterebbe poco per migliorare. A Dubai, in Giappone, sui treni o nei tram tutto è pensato per essere accessibile. Da noi no. Io mi sposto in autonomia, in auto, e ogni tanto sono costretto a parcheggiare sul marciapiede e contromano per scendere con facilità. Per assurdo spero di prendere una multa per poi provare a far cambiare le cose, ma ancora non è accaduto».



