La piazza di Cotignola diventa un porto, attraverso l’ultima creazione di Primola in collaborazione con il Comune di Cotignola: l’«Esperanza», un’imbarcazione di 15 metri di lunghezza e 5 di larghezza che domenica 21 dicembre alle 18.30 inaugurerà in piazza Vittorio Emanuele II a Cotignola, dove rimarrà allestita fino al 6 gennaio.
L’imbarcazione, costruita dai volontari dell’associazione cotignolese in quello che loro stessi hanno definito «il più piccolo cantiere navale della Romagna», sotto la guida dell’artista Oscar Dominguez, è realizzata con circa 250 canne di bambù ed è collegata sia al municipio che alla chiesa con una fune che serve a sostenerla. Lega insomma tutto insieme nella stessa piazza, che diventa idealmente oceano anche perché la stessa imbarcazione – non la prima che Primola costruisce con proverbiale creatività e felice elusione dei contesti -, è fatta di materiali reperiti tutti a Cotignola, a partire dalle 250 canne di bambù che ne costituiscono la struttura portante, e che saranno illuminate in notturna.
Infatti la barca sarà anche una sorta di enorme installazione audio, realizzata da Claudio Balestracci e Marco Morandi, con interventi successivi di Matteo Scaioli, sulla base di registrazioni in presa diretta che Mario Baldini di Primola ha fatto nel corso degli anni a Cotignola, tra i campi, le piazze e i bar. Registrazioni ricomposte in un collage che verrà diffuso continuamente in loop, in modo che chi sale sull’Esperanza possa ascoltarlo e confonderlo alla propria voce.
«Vogliamo su questa barca salga sopra un equipaggio che costruisca una speranza e un’utopia del fare e dell’attivismo, non dell’attesa – spiega Mario Baldini di Primola-. La speranza è un tema molto serio, affrontato dai giganti del pensiero occidentale, come Dante e Kant. Ernest Bloch ha lavorato dieci anni per scrivere un saggio sulla speranza. Ma oltre a queste suggestioni remote, in qualche modo ci ha ispirato la Flottilla, con la sua missione di salvezza, così come ci ha ispirato Ulisse e la sua sete sconfinata di esplorazione, ma noi sulla barca ospiteremo anche chi non c’è più, attraverso le voci che ho raccolto negli anni».



