Ce l’ha fatta Alberto Marchesani, tra i 21 stranieri che hanno sfidato il freddo di Omsk. Commozione all’arrivo dopo 2 ore e 9 minuti
Rispetto ad alcune edizioni davvero off limits con temperature anche sotto i -30 gradi, le condizioni meteo sono state più clementi, restando comunque proibitive, al di sotto dei -10 gradi, con temperature percepite (a causa dell’umidità e del vento) anche fino a -18 gradi. «È stata dura – ci ha scritto Marchesani su Facebook pochi minuti dopo l’arrivo –, soprattutto perché il percorso era in parte bagnato e in parte ghiacciato e avevo il ghiaccio sotto le scarpe…».
«Io nella vita – ci risponde quando gli chiediamo cosa sta provando ora che ce l’ha fatta – non sono un fuoriclasse, un Maradona. Sono uno che fa le cose con la fatica, un po’ per volta. E questa esperienza è stata un’altra occasione per dimostrarmi che non ho paura della fatica. Ma che anzi, ho confidenza con il dolore e la fatica».
Ad accompagnare Marchesani in Siberia anche un altro ravennate, il film-maker Gerardo Lamattina, che ha messo al collo dell’amico una telecamera portatile e che ha ripreso da varie posizioni (si trattava di un circuito da ripetere sei volte) praticamente tutti i 21 chilometri e rotti della gara.