Sgommate, che passione

Il 31enne Filippo Pirini nel campionato europeo di drifting, gare in derapata. Corre con un bolide fatto a mano che vale 150mila euro

A qualcuno può succedere anche di essere contento se fa schizzare l’autovelox. Capita ad esempio al ravennate Filippo Pirini ma solo se corre in pista perché il numero rilevato dalla macchinetta è uno dei parametri su cui si gioca la vittoria. Il 31enne dal 2011 partecipa al campionato europeo di drifting. Chiamatela pure derapata controllata: ci si mette al volante di un’auto a trazione posteriore e si cerca di completare il percorso con la macchina continuamente di traverso facendo sgommare le ruote posteriori. I puristi perdoneranno la spiegazione rozza. La disciplina, particolarmente apprezzata negli States, ha iniziato ad affermarsi una quindicina di anni fa e ora inizia a conquistare nicchie di pubblico in Europa. «È una via di mezzo fra freestyle e motorsport. La giuria di gara tiene conto delle misurazioni di alcuni parametri, come ad esempio la velocità di entrata nel tratto di gara che si misura con un velox, ma anche dello stile di guida. Ho iniziato una decina di anni fa: mi comprai una Mazda Mx5 con 10mila km trovata online a Milano pagandola 6mila euro, poi l’ho completamente svuotata e preparata un po’ per volta mettendo lì tutti i soldi che potevo permettermi». Della vettura originale da strada infatti, in questo sport, rimane solo il telaio: il resto è tutto elaborato alla ricerca della massima efficienza per la massima prestazione.

Quella Mx5 non esiste più. Ha bruciato gomme nelle tappe del campionato italiano fino all’ultima gara vinta a gennaio 2014 a Pavia e poi è stata sventrata: venduta pezzo per pezzo ricavando parte del budget necessario a realizzare la sua erede. Il prossimo 1 agosto alla tappa di Riga del campionato europeo Filippo farà esordire la Patata Terror: «Ho chiamato così la mia macchina nuova. Una Mazda Rx7 trovata per mille euro a Genova e trasformata in un’auto al top del livello che si possa raggiungere oggi rispettando i vincoli fissati dalla federazione». Un bolide da mille kg di peso e 690 cavalli di potenza nato come l’auto precedente nell’officina Car Sistem di Lugo che da vent’anni realizza auto da corsa, nato in un anno di lavoro assemblando pezzi provenienti dalla tecnologia più estrema come l’aeronautica militare o gli shuttle aerospaziali.

Ogni vite e ogni verniciatura fatta a mano da Pirini, accanto al lavoro di magazziniere in un deposito di materiale edile: «In questo sport un po’ tutti i piloti sono anche smanettoni. A Lugo posso crearmi i miei pezzi mentre li aiuto anche con altri lavori». La scuola di Pirini? Lui giura che è tutto frutto di ore passate a studiare online e una vena creativa innata e coltivata con gli studi al liceo classico e all’accademia di belle arti (è lui l’autore dei graffiti sui muri di Ravenna della saga “Sono Solo”). Di certo metterci le mani in proprio ha permesso di ridurre di parecchio i costi di produzione della Patata: un giocattolino del genere, preparato da cima a fondo, potrebbe arrivare a costare anche 150mila euro.

Ora va messa in pista: «Solo quando la macchina è perfetta per giocarsi la vittoria della tappa». Perché solo così si ottiene la visibilità che solletica gli sponsor e consente di proseguire senza prosciugare le tasche: «Il campionato europeo completo è fatto di 6-7 gare. Per farlo con il minimo della spesa servono 40-50mila euro. Se li trovi dagli sponsor bene altrimenti li metti di tasca tua e fai solo le gare che riesci a finanziarti. È una passione fatta così». Che resta confinata sull’asfalto dei circuiti: «Qualche sgommata nelle zone industriali di Ravenna è capitato di andare a farla quando non c’è nessuno ma per il resto quando guido per strada sono molto tranquillo sulla mia Panda perché conosci la velocità e sai cosa rischi. Per strada va più forte la mia ragazza».

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