Ma il Basket Ravenna si scusa comunque e si impegna a migliorare la postazione dei cronisti ospiti, a quanto pare troppo vicina ai tifosi
«Al di là della mano al collo a radiocronaca in corso e delle minacce, sto bene – sono le sue parole –. Di certo, causa disorganizzazione e violazioni, non siamo stati messi nelle adeguate quanto obbligatorie condizioni di sicurezza per poter lavorare. Per quanto possibile e auspicando sia possibile, cercherò tutela nelle sedi opportune, affinché non certo solo io ma tutti i nostri colleghi non si trovino a dover affrontare una simile situazione in futuro, qualsiasi sia l’impianto di gioco in questione».
Nella serata di domenica è arrivata la replica del Basket Ravenna. «In merito al fatto denunciato dal radiocronista di Trieste, OraSì Ravenna precisa, non avendo riscontri e testimonianze di alcun tipo a proposito della presunta aggressione, che questo tipo di episodi non appartengono alla città di Ravenna e al tifo giallorosso, nè tanto meno a una società che ha fatto dell’accoglienza la principale via da seguire e che da sempre si caratterizza per la presenza di famiglie e bambini al palazzetto. La società ribadisce comunque le scuse già espresse a fine partita alla Pallacanestro Trieste e al radiocronista, che pare non aver potuto svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi, e si impegnerà inoltre a migliorare quella che è la postazione riservata ai cronisti ospiti, per fare in modo che non si possano ripetere situazioni di questo tipo, nonostante nella stessa zona in precedenza non si siano mai verificati episodi di questo genere nei due anni trascorsi al Pala De Andrè».