L’albero della barca di accompagnamento ha fatto capolino tra le vele del porto di Marina di Ravenna intorno alle 13.40 di oggi, martedì 16 settembre, tra gli applausi e i saluti di amici, familiari e appassionati. Poco più avanti, ancora semi nascosta tra le banchine, l’imbarcazione a remi con a bordo i cinque ravennati protagonisti dell’impresa: Nicola Catenelli, Gergo Cziraki, Nicola Calisi, Riccardo Pozzi e Matteo Rosetti, partiti ieri sera dalla Croazia per attraversare l’Adriatico in direzione Ravenna.
I vogatori sono salpati da Pola alle 20.30 di ieri, dalla costa di Pola, con l’ambizioso obiettivo di coprire i 130 chilometri di mare in meno di 17 ore: un’impresa da record, che avrebbe potuto valere un posto nel Guinness dei primati, superando il record attuale (e non ufficiale) di 19 ore. Il sogno però si è infranto intorno alle 4:30 di questa mattina, quando il peggioramento delle condizioni meteo ha costretto gli atleti del Circolo dei Canottieri di Ravenna ad abbandonare la barca a remi e a trovare rifugio sull’imbarcazione a vela di supporto Lalisa III.
«Il “garbino” ci ha ostacolati fin dalla partenza, ma poi ci siamo trovati con vento e onde alte il doppio di quanto previsto dai bollettini – racconta Rosetti -. Il cielo era nero, l’orizzonte nascosto dal mare in tempesta, con sbalzi di oltre due metri. A un certo punto abbiamo dovuto metterla ai voti: fortunatamente eravamo in numero dispari, e tre su cinque hanno deciso di rinunciare. Col senno di poi, è stata l’unica scelta possibile. Abbiamo scoperto che nell’ultima ora prima della resa, invece che avanzare, eravamo indietreggiati».
Anche le operazioni di recupero non sono state semplici: i vogatori hanno dovuto gettarsi in mare uno alla volta, legati a una cima, per poi essere issati a bordo della barca a vela di accompagnamento, sulla quale si trovavano anche medico, infermiera e reporter. Dei 130 chilometri previsti ne sono stati remati circa 80: 68 prima del salvataggio e i restanti nella mattinata, prima dell’arrivo in porto. «Gli altri, li 50 li faremo poi» scherzano i vogatori. Nonostante l’amarezza per il mancato record, rimane la voglia di riprovare l’impresa: «Parlarne ora è difficile, ma tra un anno, perché no?». Resta anche il legame per gli amici croati, a cui vanno saluti e ringraziamenti (il sindaco di Pola è venuto in visita alla città di Ravenna domenica) e la volontà di dare voce al messaggio ambientale che ha ispirato l’impresa. Un messaggio riassunto nel motto scelto dal team: «Attraversare per unire: unire industria e ambiente, consentendo una vera transizione energetica».