Orgoglio nerd, il Quintet compie 30 anni: «I giochi da tavolo battono i videogame»

A Ravenna c’è una ludoteca chiamata Quintet con 130 soci ogni anno, appassionati di giochi da tavolo. Un gruppo di volontari garantisce l’apertura: basta una tessera Arci e si hanno a disposizione più di 600 board game

IMG 1070La ludoteca Quintet a Ponte Nuovo, prima periferia di Ravenna, compie trent’anni. Il weekend dal 9 all’11 febbraio (sommando i numeri dei tre giorni si ottiene 30 come gli anni da festeggiare) sarà dedicato alle celebrazioni con tornei di vari giochi, aperitivi e cene.

Chi vuole partecipare viene assegnato casualmente a una delle cinque squadre e il suo risultato in qualunque gioco concorrerà al punteggio complessivo sul tabellone. In palio una pacca sulle spalle e goliardia in abbondanza. Sono previsti, in particolare, tre appuntamenti di gioco. Oggi, venerdì 9, dalle 21.30 Wherewolf. Domani dalle 15 Crokinole. Domenica dalle 10 Magic 1vs1 (Cube draft). Venerdì e domenica aperitivo. Sabato cena.

Strutturata come circolo Arci (la tessera è l’unico requisito richiesto per l’ingresso, ogni anno circa 130 iscritti), la ludoteca nacque nel 1993 in centro storico, in via Tombesi dall’Ova. Dopo un paio di anni il trasloco in via Romea Sud 93/A. Di recente gli spazi sono stati rinnovati grazie anche a contributi legati alla ripresa post pandemia.

Da metà della sua esistenza il presidente del circolo è Nicola Cervellati. Che ha vissuto i primi 15 anni del circolo da frequentatore: «Da ragazzino è stato un luogo dove potevo fare quello che mi piaceva – racconta il 42enne –. Al Quintet ho conosciuto tante persone che ora sono amici stretti. Ero talmente abituato a quella realtà che fu una sorpresa arrivare a Bologna ai tempi dell’università e rendermi conto che non c’era qualcosa di simile in una città molto più grande».

La lunga permanenza al Quintet ha lasciato anche altro a Cervellati: «Mi ha insegnato il gusto del volontariato. Mi rendo conto che non è come chi aiuta persone bisognose, però è pur sempre uno spazio che si regge sulla disponibilità di qualcuno che non è retribuito. Un gruppo di 15-20 soci fornisce la disponibilità per tenere aperto e a rotazione si fanno i turni garantendo l’apertura le sere dal mercoledì al sabato dalle 21 a mezzanotte e la domenica dalle 15 alle 20».

Due sole sono le voci nella colonna delle entrate per mantenere la gestione: il bar interno e l’asta tosta dell’Epifania. Ogni 6 gennaio vengono battuti vari improbabili lotti: dal frullatore al set di bicchieri da digestivo, dalla pentola a pressione alla cuffia Bluetooth. «Solitamente gli oggetti vengono portati dai soci del circolo e poi contenderseli un rialzo dopo l’altro diventa un modo per sostenere un luogo che per molti è una garanzia di accoglienza».

Oggi il “core business” del circolo è rappresentato dai board game: «In passato spopolavano di più i videogiochi, ma ora è cambiato. Abbiamo almeno 600 titoli di giochi in scatola a disposizione di chiunque. Molti sono di proprietà dei soci che li tengono da noi».

La popolazione del Quintet è per lo più maschile di età compresa fra 30 e 50 anni: «Circa la metà dei tesserati sono frequentatori assidui. Ci sono più uomini, ma la tendenza sta cambiando. I nuovi arrivati di solito scoprono della nostra esistenza dai social o dal passa parola».

Il nome del circolo deriva da un film di fantascienza di Robert Altman del 1979, con Paul Newman e Vittorio Gassman, che racconta di un mondo post-nucleare glaciale in cui gli abitanti praticano uno strano e mortale boardgame, chiamato appunto “Quintet”, con partite da cinque giocatori e l’eliminazione fisica dei perdenti. E cinque erano anche gli amici che nel 1993 fondarono lo spazio ravennate in via Tombesi dall’Ova.

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