mercoledì
30 Luglio 2025

Quando il corpo non è ciò che credi

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Noi abbiamo un corpo o siamo il nostro corpo? Nella società digitale in cui viviamo ci dimentichiamo spesso di essere corpo, considerandolo solo nel momento in cui si ammala. Se per gli antichi greci era normale pensare il corpo come una parte essenziale dell’esistenza, tanto da far nascere la filosofia proprio nelle “palestre”, oggi il corpo è più utilizzato come mezzo per l’appagamento sensoriale o come modo per apparire, dimenticandoci che un corpo bello da vedere non è necessariamente sinonimo di un corpo sano. Per il filosofo Michel Foucault il corpo è un sistema di “bio-potere”: un luogo di scontro politico, basti pensare allo scandalo della corporeità per la chiesa, o alle battaglie sull’aborto e la disforia di genere.

Alla storia del corpo e degli organi che lo compongono ha dedicato un libro Vittorio Lingiardi, psichiatra (quindi medico) che di recente ha tenuto una lezione su questo tema per la Scuola Invèl alla biblioteca Classense. Corpo, umano (Einaudi) racconta il nostro corpo passando a scandaglio i suoi organi tra scienza, letteratura e suggestioni varie, come se fosse una wunderkammer.
Lingiardi inizia sostenendo che l’idea di una separazione tra mente e corpo sia errata. Già Freud sosteneva che la pelle è il primo organo psichico, dopo di lui Winnicott scrisse molto sull’importanza del contatto corporeo e la teoria dell’attaccamento. La mente è quindi il corpo stesso. Il pensiero inizia dalle prime sensazioni fisiche, quando siamo ancora immersi nel liquido amniotico, e prosegue con il contatto con il corpo materno.

Il corpo e i suoi organi hanno avuto nella storia dell’umanità molti significati simbolici. Il più raccontato è il cuore, il cui battito è sinonimo di vita. Nei millenni ha preso tanti significati, per gli Egizi aveva un vaso canopo dedicato a mantenerlo nell’eternità, mentre il cervello era gettato via, ancora per Aristotele il cuore era l’unico centro del pensiero umano. È con Galeno che i Romani iniziano la lunga storia occidentale che vede cervello e cuore in contrasto tra loro; come scrive Pascal, uno centro della ragione l’altro dei sentimenti. Differenze che ovviamente non hanno nessun valore scientifico, ma solamente simbolico, ma che fanno ormai parte del nostro modo di intendere il corpo.

Il libro si chiude con il cervello. Il cervello non è una centralina che da ordini al corpo, come molti pensano, ma è al contrario un ricettore di stimoli che arrivano da tutti gli organi, in primis dalla pelle, che è un confine che non chiude, ma apre ad esplorare il mondo. Il cervello è più simile a un direttore d’orchestra, ed è un organo ancora molto misterioso. L’ultima scoperta su di esso è molto recente e si tratta dei neuroni specchio, che hanno modificato in modo radicale la visione che avevamo del suo funzionamento. Questi neuroni proiettano le emozioni delle altre persone in noi, e sono il motore dell’empatia. Insomma molto c’è ancora da scoprire, ma, come sottolinea l’autore, l’eccezionalità della vita umana è che, come un’opera d’arte, trascende il materiale di cui è stata realizzata.

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