211 – “L’arte e la guerra in Italia”

211) BOMBARDAMENTI APOLLINARE

Nel primo pomeriggio di sabato 12 febbraio 1916, una bomba austriaca colpì la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, un evento tragico che segnò profondamente le coscienze creando un’ampia eco di riprovazione.
Tra le numerose voci che ebbero modo di biasimare questo gesto va ricordata quella dello scrittore e giornalista francese Gabriel Faure che nella sua opera L’arte e la guerra in Italia, testo edito proprio in quell’anno, dedicava un intenso ricordo a Ravenna e ai tragici eventi che l’avevano, suo malgrado, vista protagonista: «Mi sembra ancora di sentire la voce del vecchio prete che mi faceva ammirare le ricchezze di Sant’Apollinare Nuovo, l’ultima volta che mi fermai a Ravenna. Come me, egli non aveva previsto che sarebbe venuto un tempo in cui questi capolavori dell’arte, rispettati durante migliaia d’anni, servirebbero di bersaglio a combattenti detti civili […]. Ma una bomba su Ravenna non può avere giustificazione […]. Per fortuna, i guasti commessi dalla bomba austriaca non sono irreparabili […]. Quanto ai mosaici, capolavori dell’arte cristiana del VI secolo, essi non hanno, si può dire, sofferto. Appena uno dei trentasei [ventisei] piccoli quadri che raccontano ingenuamente i miracoli di Cristo, è stato scortecciato nella sua parte superiore. Assolutamente intatte sono le due lunghe processioni di sante e di santi aureolati, dai costumi smaglianti, meraviglioso sfavillamento d’oro, forse un po’ monotono nel dettaglio, ma il cui insieme decorativo è incomparabile».
L’immagine è una acquaforte di Vittorio Guaccimanni.

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