86 – Tutte con gli stessi grandi occhi

S.Apollinare Nuovo SanteViolet Paget, scrittrice nota al pubblico con lo pseudonimo di Vernon Lee, più volte ebbe modo di visitare Ravenna e in più occasioni la ritrasse, con guizzante acutezza e sguardo intenso, descrivendone l’antico fascino e i suoi mosaici.
Tra le descrizioni più poetiche, a tratti sognanti, va certamente ricordata quella del corteo delle sante nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo «o, come viene chiamata di solito, Classe dentro, la lunga basilica costruita da Teoderico».
In Ravenna e i suoi fantasmi, testo del 1884, così lo evocava: «Si percepisce qualcosa di fortemente ellenico (per quanto la forma non sia greca) nella bellezza perlacea delle sottili colonne e dei capitelli bianco-argentati, nel baluginio bianco, sul pavimento dorato, e inframmezzato da gioielli e decorazioni, della lunga fila dei mosaici di vergini e martiri che vi corrono sopra.
Le vergini dai nomi bizantini – Sant’Anastasia, Sant’Anatolia, Sant’Eulalia, Sant’Eufemia – hanno grandi occhi dai bordi dipinti di nero e vesti ricamate che suggeriscono all’immaginazione una ieratica danzatrice orientale.
Si seguono l’una con l’altra, in fila per uno (ognuna col suo giglio o col roseto che germoglia dal verde mosaico impalpabile), con un portamento eretto, leggermente bilanciato (…); tutte statuarie, quiete, come le stesse facendo esercitare un sacro maestro di danza, tutte con gli stessi grandi occhi e coi sorrisi fissi da sculture greche antiche. Non si può neppure tentare di distinguerle l’una dall’altra».

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