È appena uscito in sala L’Amour Ouf, film francese che ho voluto vedere perché incuriosito dall’enorme successo di pubblico che ha avuto in Francia (5 milioni di spettatori e 38 milioni di incasso!), dopo essere stato in concorso al Festival di Cannes 2024, e anche dalla trama che avevo letto e dalle aspettative che avevo. Il regista è Gilles Lellouche, famoso in Francia soprattutto come attore; ed è interpretato da Adèle Exarchopoulos, già miglior attrice a Cannes 2013 con La vita di Adele di Abdellatif Kechiche.
Amour Ouf è un’espressione in slang francese (verlan) per Amour Fou, cioè l’Amore Folle, quello appunto che non muore mai. Il film racconta infatti della storia d’amore tra la giovane Jackie (Adèle Exarchopoulos) e il coetaneo Clotaire. Sono gli anni ‘80 in Francia; Clotaire è figlio di un operaio del porto che vede progressivamente erodersi lo stipendio; Jackie è figlia di un piccolo artigiano dolce e gentile, rimasto vedovo. Clotaire è già uno sbandato borderline, Jackie studia e ha ancora ambizioni, e per quanto sembrano diversi, tra loro scatta la passione, due adolescenti in piena avidi di vita, tra canzoni dei Cure, dei Deep Purple e di Billy Idol. Solo che Clotaire entra nella malavita locale, finché non rimane coinvolto in un fatto di sangue: durante una rapina il figlio del boss uccide un portavalori, e Clotaire deve prendersi la colpa al posto suo. Viene condannato e trascorre 12 anni in carcere. Clotaire esce che stanno finendo gli anni ‘90, e in tutto questo tempo in galera non ha mai dimenticato Jackie. Lei invece si è sposata e sembra aver messo da parte ogni ruggito giovanile; ma come si rivedono, la passione ritorna. Solo che Clotaire è ancora coinvolto con la criminalità della zona…
Sulla carta sembrava un bel film: un cupo romance dentro un adrenalinico noir, con tanta musica anni ‘80 e ‘90, con Jackie e Clotaire che dovevano sembrare la versione francese di Tim Roth e Amanda Plummer in Pulp Fiction, con anche il tentativo sociologico di raccontare quegli anni nei quali la società aveva grandi ambizioni purtroppo crollate. Ma dico “tentativo” perché purtroppo L’Amour Ouf è sinceramente un film deludente. Nel tentativo di mettere insieme tante cifre stilistiche e tante idee narrative, il film finisce per assomigliare più a un Tempo delle Mele poco più trasgressivo. Non riesce a Gilles Lellouche l’operazione di tradurre in francese il genere noir (cosa, per esempio, riuscita benissimo a uno Stefano Sollima in Italia), né di andare oltre la banalità di una storia d’amore che sopravvive nonostante tutto – e verrebbe da dire nonostante due protagonisti abbastanza piatti e stereotipati.