domenica
15 Giugno 2025
Rubrica Controcinema

Il nuovo Joker delude le aspettative ma ha un grande sviluppo

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Joker Folie A Deux 2024 Todd Phillips 01Si è molto parlato in questi giorni di Joker: Folie à Deux di Todd Phillips, il sequel del Joker del 2019, sempre interpretato dal magistrale Joaquin Phoenix, qui affiancato da Lady Gaga. Se ne è parlato soprattutto per l’insuccesso al botteghino, che al momento vede la produzione in perdita; e anche di presunti rumors secondo i quali lo stesso Joaquin Phoenix non avrebbe apprezzato il film finito, soprattutto nel finale. Joker: Folie à Deux parte da dove era terminato il primo Joker.

Arthur Fleck, il cattivissimo Joker, è in carcere, in attesa del processo. L’opinione pubblica è divisa su quello che è annunciato come il processo del secolo, tra chi lo vorrebbe già condannato alla pena capitale, e chi lo adora come il nuovo leader ribelle di questo tempo. La sua avvocata vuole difenderlo dimostrandone l’infermità mentale, puntando sulla schizofrenia di una mente malata alla Jekyll & Hyde divisa tra un Arthur e un Joker. Arthur in carcere conosce Lee Quinzel (Lady Gaga), con la quale inizia una bellissima storia d’amore, l’unica vera della sua esistenza, in un vortice di canzoni che segue tutta la trama e che asseconda il suo spirito artistico…

Joker: Folie à Deux è un noir tratto dal fumetto con una fortissima parte di musical, ma direttamente ispirata dal primo Joker, in cui il personaggio Arthur era un attore e cantante fallito portato all’alienazione sociale, con forti echi del cinema di Scorsese (Taxi Driver e Re per una notte) in cui si cerca la genesi del Male. Qui il coté musicale prende spesso il sopravvento, con canzoni tratte dai più famosi standard americani e di Broadway: a partire da Gene Kelly con That’s Entertainment; famosi classici di Frank Sinatra (I’ve got the World on a String, That’s Life); Gonna Build a Mountain di Sammy Davis Jr.; fino al coro dei carcerati sulle note di When the saints go marching in. L’intreccio tra Joker e il genere musical è probabilmente la parte più interessante del film, pur nelle sue imperfezioni: se ci si aspetta un film alla DC Comics si rimane delusi, ma se si oltrepassa questa aspettativa iniziale, oltre che una certa prolissità del film, si può apprezzare la coerenza con la quale il regista Todd Phillips esplora il personaggio Joker, anche in un tracciato di storia della musica americana.

Il musical entra nel film come un universo immaginario e psicotico, un contro-mondo fantastico alla miseria della vita. Emblematica è la sequenza di apertura: un cartone animato nello stile Looney Tunes (sempre marchio Warner Bros, come i DC Comics) in cui si narra la storia dell’artista Joker contro la sua Ombra. Ed è questa l’essenza del Joker. Essere o non essere la propria ombra? Essere o non essere il proprio lato oscuro? Essere anche Joker, o ritornare solo Arthur? Un film che delude solo per le aspettative iniziali, ma non nel suo sviluppo.

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