lunedì
16 Giugno 2025
Rubrica Controcinema

“L’americano” Roberto Minervini e il suo film imperdibile premiato a Cannes

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Luckyred Idannati 3Un bel film “italiano” è uscito in questi giorni, ed è anche l’unico che abbia vinto un premio a Cannes. Parlo de I Dannati di Roberto Minervini, premio per la miglior regia nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2024. La carriera di Minervini è molto particolare: vive da 20 anni negli Stati Uniti (di cui 10 in Texas), e i suoi film parlano dell’America. Ma non come chi viene scoperto da Hollywood e gli si offrono produzioni stellari come, per esempio, Luca Guadagnino.

Roberto Minervini è un grande autore che si è sempre dedicato al documentario di creazione focalizzandosi, come un alieno immigrato da decenni, sulla nazione in cui ha deciso di vivere, gli Stati Uniti. Io lo ricordo per il magnifico Louisiana (The Other Side) del 2015, una sorta di biopic documentario sui reietti abitanti della Louisiana, persone allo sbando che vivono in un cupo terzo mondo americano, la versione documentaria di True Detective; e il successivo What You Gonna Do When The World’s On Fire? (2018), altro documentario ambientato in Louisiana, il Sud degli Stati Uniti, sul razzismo contro gli abitanti di colore e le loro lotte per la dignità e il lavoro.

I Dannati è il primo film di finzione di Minervini, ma si innesta perfettamente sulla sua personalissima esplorazione dei miti fondativi dell’America. È infatti ambientato nel 1862, durante la Guerra Civile Americana. L’esercito degli Stati Uniti ha inviato a Ovest una piccola compagnia di soldati volontari, col compito di esplorare le terre ancora sconosciute. Un gruppo di uomini isolato nel mezzo di una natura ostile e crudele ma al tempo stesso affascinante e bellissima, in attesa dei rinforzi. Ma la guerra arriva anche per loro: sono improvvisamente attaccati dal nemico in una povera battaglia nella prateria, fatta di pochi colpi di fucile e tanta paura di morire. Forse sono i Sudisti, o forse solo una banda di fuorilegge.

La battaglia finisce quando il silenzio è finalmente troppo lungo. In quattro decidono di continuare l’esplorazione, attraverso le montagne piene di neve, sperando di salvare i compagni superstiti…. Ci sono tutti gli elementi della tradizione del Cinema Americano: il western e la frontiera, le colt e la corsa all’oro, i cavalli e le giubbe blu dei Nordisti; ma declinati in una vera e propria contro-storia dell’America. La guerra è impietosa, eppure quegli uomini sanno pensare. Nessuno è un sanguinario, ognuno sa che deve uccidere o rimanere ucciso, e nella loro paura e disperazione, così semplici e così pure, tutti dialogano per trovare un senso alla loro vita. Sono uomini preistorici in un mondo preistorico, in cui la guerra non è più assurda, perché è la condizione ancestrale e quasi naturale delle tribù primitive. Dov’è allora la pace? Arriverà col pensiero e con la gioia di sentire la natura, come la sensazione della neve fresca sulla pelle. Un film da non perdere.

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