Torno a parlarvi di serialità televisiva con un altro ottimo prodotto filmico appena uscito in piattaforma: la settima stagione della serie di fantascienza distopica Black Mirror. Immagino che in tanti di voi, nel corso degli anni, abbiano già visto qualcosa delle precedenti stagioni. Alcuni elementi iniziali di riferimento: la serie è inglese, e quindi più facilmente lontana dalla fantascienza mainstream hollywoodiana, e più vicina a una lettura filosofica e sociale del genere; e l’autore della serie Charlie Brooker, che in Italia non dirà nulla, ma in Inghilterra è prolifico autore televisivo, anche di serie horror come Dead Set, che fu trasmessa da MTV nel 2010, ma soprattutto comiche e satiriche, come il mockumentary Cunk On Earth (2022, su Netflix), ironico affresco della stupidità umana, la versione demenziale dei programmi di Alberto Angela.
Black Mirror nasce nel 2011, a partire dai modelli di serie tv storiche come Ai confini della realtà (anni ‘60) e Il brivido dell’imprevisto (anni ‘70), ma con un taglio e una riflessione contemporanea che rifugge dal misterico e dal favoloso, a partire da un tema ricorrente in ogni episodio, e cioè in che modo il progresso tecnologico possa entrare nelle nostre esistenze e modificarle strutturalmente. Il filo è quindi quella della fantascienza distopica, sociale, politica. Non c’è nulla di sensazionalistico in Black Mirror, nessun multiverso o supereroe, nessun viaggio nella galassia, nessun extraterrestre che viene a invaderci. Tutta la serie è fantascienza nobile e filosofica che devasta la nostra prospettiva del futuro prossimo, mostrando la nostra realtà attuale appena deformata, nelle sue prossime evoluzioni, come se la tecnologia e le dinamiche socio-economiche che già esistono ci fagocitassero in un buco nero prossimo a comparire.
Basterà vedere il primo episodio di questa nuova stagione, il cui titolo emblematico è Gente Comune, perché la distopia riguarda ognuno di noi: una donna che ha un tumore al cervello incurabile; e una nuova tecnologia che la salverà, ricostruendo in un cloud informatico quella sua parte di cervello (e quindi di persona) da asportare, che sarà poi disponibile attraverso un collegamento internet alle antenne localizzate sul territorio. Un servizio di se stessi in streaming, come uno smartphone connesso alla rete: e come tutti i servizi streaming, però, c’è un costo per l’abbonamento, e ci sono varie tipologie di abbonamento a se stessi, con o senza pubblicità, dipende da quanto si può pagare. Nel nuovo mondo, il capitalismo è un meccanismo nel quale l’individuo singolo è sia consumatore di merce in vendita, che merce in vendita esso stesso attraverso i reality e i social media. La satira sociale diventa tristezza devastante; ma è proprio questa geniale satira di fondo di Black Mirror che ci rende consapevoli del pericolo, e quindi si spera capaci di risolverlo.