martedì
01 Luglio 2025
Rubrica Eppur si muove

Rita Levi Montalcini : una vita per la ricerca e l’impegno civile

Condividi

RLM1
Era cieca ormai da anni, non ci sentiva più bene, camminava a fatica. “Ma la mia mente non è mai stata così attiva come oggi”, diceva, “Io sono la mia mente”.

Questa era Rita Levi Montalcini, ragazza di 103 anni, scomparsa un mese fa, il 30 dicembre 2012. Pochi mesi dopo il suo amico e collega Renato Dulbecco (un premio Nobel a testa), col quale ha condiviso la passione per la ricerca in Biologia, l’impegno a favore della ricerca e dei giovani ricercatori italiani, l’impegno civile, la totale dedizione e l’onestà intellettuale su questi temi.

Nasce a Torino il 22 aprile 1909 in una famiglia ebrea molto colta, ma piuttosto tradizionalista circa i ruoli di uomini e donne nella società. E’ quindi motivo di tensione con il padre la decisione di Rita di iscriversi a Medicina nel 1930. Ma è stata la prima delle sue numerose battaglie vinte. Si laurea nel ’36 dopo avere avuto come compagni due futuri premi Nobel come lei (Salvator Luria e Dulbecco appunto).
A partire dal 1940 è vittima delle leggi razziali che escludono gli ebrei dalle accademie.
Lei continuerà sempre a lavorare furiosamente organizzando laboratori di fortuna negli scantinati dei suoi rifugi, facendo esperimenti con gli embrioni delle uova. Le sue scoperte di questi anni gettano le fondamenta per la ricerca di tutta la sua vita.

Dopo la guerra viene invitata dalla Washington University di St. Louis (USA) per una visita di pochi mesi. Tornerà solo 30 anni dopo, al suo pensionamento, nel 1977. Nel mezzo le offrono la cattedra universitaria e tutti i mezzi e gli strumenti per portare avanti le sue ricerche. Lei ripaga questa fiducia con risultati straordinari.
Nel 1951-’52 assieme al suo studente Stanley Cohen scopre il fattore di crescita nervoso (NGF), una proteina che ha un ruolo essenziale nella differenziazione cellulare del sistema nervoso e nella loro differenziazione. Questa scoperta fa molto scalpore e inizialmente è accolta con scetticismo, poiché contraddice ciò che veniva creduto all’epoca, e cioè che il sistema nervoso è determinato unicamente e rigidamente dai geni.
Questa scoperta porterà entrambi al Nobel per la Medicina nel 1986. Nella motivazione si legge: «La scoperta dell’NGF all’inizio degli anni ’50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo».

E’ rimasta molto attiva nel nostro Paese anche durante il periodo negli Stati Uniti.
La lista dei suoi contributi, sostegni, partecipazioni, impegni e premi ricevuti, a partire dagli anni ’50 fino alla sua recente scomparsa, è interminabile.
Dagli incarichi in enti di ricerca e commissioni (dirige il Centro di Ricerche di neurobiologia del CNR, è direttrice del Laboratorio di biologia cellulare del CNR, presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, membro dell’Accademia dei Lincei, prima donna ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze, fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza, presiede l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fonda l’Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello , presidente onorario del Comitato nazionale di Bioetica, ambasciatrice FAO……..), ai premi ricevuti (Nobel, National Medal of Science, Premio Max Weinstein, ….oltre a ben 14 lauree honoris causa), dalle onoreficienze italiane e straniere (Commendatore all’Ordine al merito d’Italia, Medaglia d’Oro ai benemeriti della scuola e cultura, Legione d’Onore francesce, ….), alle iniziative sociali cui ha dato il suo contributo (per la liberalizzazione dell’aborto negli anni ’70, a favore delle campagne contro le mine antiuomo, per la responsabilità civile degli scienziati, per la ricerca dei giovani e delle donne, la protezione delle risorse idriche mondiali, il sostegno alle ricercatrici africane, ….).

Nel 2001 il Presidente della Repubblica Ciampi la nomina senatore a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale“. Appoggia i governi Prodi ed è molto attiva nel favorire e proporre iniziative a sostegno della ricerca e dei giovani ricercatori del nostro paese. In questo periodo viene fatta oggetto di pesanti parole di scherno e disprezzo da parte di senatori (Storace prima, poi alcuni leghisti) cui lei rispose con contegno e decisione.

C’è da chiedersi come una piccola donna, alla fine anche molto anziana, abbia potuto fare tante cose. Ma forse la grandezza di Rita Levi Montalcini è proprio nel non essersi mai posta queste domande, nel non essersi mai chiesta se poteva o se sarebbe riuscita a fare una cosa, facendola e basta.
Chi vuol fare una cosa trova soluzioni, chi non vuole farla trova scuse. Lei ha cercato soluzioni incessantemente per tutta la vita, senza perdere tempo cercando scuse.

Se ne è andata una grande scienziata, una grande donna e una grande cittadina italiana.
Di quei concittadini di cui andare fieri.
Ci ha lasciato un’eredità sterminata in termini di conquiste e di impegno.
Cerchiamo di esserne all’altezza.

Ciao Rita, e grazie di tutto!

 

RLM3

 

“A me nella vita è riuscito tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un’anatra.”
Rita Levi Montalcini

Condividi
Contenuti promozionali

LA CLINICA DELLA FINANZA

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Casa CZ, nuova luce in una bifamiliare

Il progetto di ristrutturazione dello studio Locarc a San Mauro Pascoli

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi