In Darsena si tiene in questi giorni la seconda edizione di “Fèsta“, consacrazione – a vent’anni dalla sua realizzazione – dell’Almagià come polo culturale cittadino molto attivo e creativo, primo esempio positivo di una possibile funzione culturale, associativa e turistica del grande quartiere da riqualificare attorno al Candiano. Intanto il Comune sta varando (finalmente) il Poc tematico che deve indirizzare gli interventi funzionali, architettonici e urbanistici dell’area.
Nel mezzo di questa bella realtà e di questa necessaria teoria di regole, qualcosa si è mosso e si sta muovendo fra i privati proprietari delle aree ex industriali: progetti apprezzabili e notevoli investimenti possibili, a partire dal comparto ex Sir (ma c’è anche Cmc, Consorzio Agrario e altri…). Accantonata la velleità – vedi il masterplan Boeri – di una pianificazione unitaria globale (il quartiere è uno “spezzatino“ di decine di proprietà private grandi, medie e piccole) è il momento di mettere in campo strumenti urbanistici rigorosi negli indirizzi e nelle funzioni di equilibrio fra residenziale, commerciale, di pubblica utilità e verde, ma agili e fluidi nel disporre, armonizzare, e dare il via libera in tempi ragionevoli ai progetti di costruzione e ristrutturazione.
E magari innescare così un volano virtuoso e positivo che “sblocchi” capitali fondiari, investimenti, nuove idee, imprese e lavoro.
Care istituzioni però fate presto perché non vogliamo lo scempio della speculazione ma neppure morire di pianificazione.
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