Quella del nominare le cose è una questione filosofica che viene da lontano, vedi Platone, e continua a esercitare grande fascino. Ci sono anche fantastici libri per bambini dove piccoli dinosauri vivono fantastiche avventure alla fine delle quali scelgono per esempio che la neve si chiami neve o il vulcano vulcano. E scegliere il nome di un figlio, tutti sanno, quanta importanza rivesta nella vita del genitore (e del bambino stesso). E questa dev’essere stata un po’ un’epifania anche dell’attuale giunta comunale che dopo anni di ordinario lavoro, ha deciso che era ora di dare uno slancio alla toponomastica. Ed è così che i ravennati hanno scoperto di vivere in una città fino a oggi anonima con piazzette, larghi, giardini, piazzali, piste ciclabile a cui mancava un nome. E ora finalmente ce l’hanno. Nomi che c’entrano con Ravenna oppure no, sportivi, cantanti, scrittori, tra passato e futuro, tra alto e basso non c’è un fine settimana in cui non serva un’agenda bella spaziosa per segnarsi tutte le inaugurazioni di questi ultimi mesi di governo matteucciano. Certo, sorge il dubbio: ma vi pare gentile? I vostri successori (tutti) stanno promettendo consumo zero di territorio, se voi battezzate anche la piazzola davanti a casa, cosa resterà da fare a loro?
Condividi