Populismo cult

Nell’arco di pochi giorni si è concretizzato a Ravenna un’inedita forma di decisionismo in campo culturale. Dove è il “popolo” a decidere, o per meglio dire pubblico, visitatori, spettatori… È accaduto per il marchio delle celebrazioni dantesche del 2021 e per un’opera fotografica di Oliviero Toscani da donare al MAR.

Una sorta di democrazia 4.0, però con mezzi analogici, tipo metti una croce su tre opzioni e avrai espresso la tua preferenza. O una nuova forma di partecipazione dal basso che oltre la consultazione porta dritto alla scelta definitiva. Insomma una specie di “populismo cult”. Non fosse che i due termini fanno a cazzotti.

E dire che una volta erano assessori, dirigenti pubblici, direttori artistici, commissioni di esperti (magari lottizzati …ma questa è un’altra storia) che sceglievano chi e cosa meritava, con esiti criticabili ma sempre “senza appello”.

Per quanto riguarda Dante 2021 – citando il Poeta e le sue categorie peccaminose nella Commedia – si potrebbe sottolineare, per la delega del voto popolare sul suo logo celebrativo, una “sottile” Ignavia (vedi canto III dell’Inferno).
Per lo spregiudicato Toscani forse bastava – nell’era di Instagram – che donasse al MAR un selfie (vedi ritratto sotto).

Oliviero Toscani Selfie

In futuro, vista la tendenza, si propongono ulteriori consultazioni popolari, ad esempio: per il titolo del nuovo spettacolo del Teatro delle Albe, per la sinfonia da eseguire in concerto a Ravenna del Maestro Muti, per un nuovo reperto archeologico da esporre al museo Classis.
Naturalmente da scegliere fra tre opzioni. Numero perfetto, anche per il gioco dei bussolotti.

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