Quel brutale sigarone nel deserto

Adesso tutti a chiedere a gran voce che non venga demolito l’ex magazzino Sir di via Trieste, il cosiddetto “sigarone”. Il liceo artistico lancia un appello pubblico, i Gd e anche esponenti del Pdl aderiscono; i “grillini” ci tengono a precisare che erano stati loro i primi a sollevare il problema. Tutti d’accordo, comunque. Quel capannone, esempio del “brutalismo” di Pier Luigi Nervi (come spiega la Soprintendenza) non si deve buttare giù, è un simbolo della storia industriale di Ravenna. Va bene, benissimo. Ma c’è qualcuno che, oltre a dire questo, sia in grado di formulare una proposta concreta? Non di cosa ci si potrebbe fare, no, troppo facile. Ma con quali risorse fare quel qualcosa. Un altro bel “project financing” magari? L’Iter l’ha già detto: troppo oneroso mantenere la struttura attuale se la si vuole riqualificare. Oppure, purché non venga demolito, andrebbe bene anche tenerlo così com’è, un suggestivo “sigarone” nel deserto, almeno finché non crolla? Del resto è anche vero che, con i progressi che sta facendo la Darsena, non c’è poi tutta questa fretta…

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