Tanti auguri, Labed

Nella città meticcia che ormai siamo diventati è facile che capiti: il primo nato di un anno nuovo è figlio di migranti stranieri. Probabilmente vivrà qui tutta la sua vita e in Bangladesh (paese di cui sono originari i genitori) chissà quando e se riuscirà ad andare: è un posto lontanissimo e poverissimo. Parlerà italiano, mangerà spaghetti, frequenterà le scuole dei nostri figli. Certo, si chiama Islam di cognome. Ma anche Coppola si chiama Coppola ed è americano, no? Ecco, questa è la grande differenza: Labed Islam resterà straniero, almeno fino ai suoi 18 anni quando potrà fare gentile richiesta per la cittadinanza. Fino ad allora, sarà ravennate, ma non italiano. Tanti auguri, Labed, a te e a questo paese dei paradossi dove ti è capitato di nascere.

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