Se tre provvedimenti da tre enti in tre ore vi sembran pochi

L’importante è l’omogeneità e l’unità e ascoltare le fonti ufficiali. Forza e unità. Figuriamoci se così non fosse. Nella notte tra sabato e domenica esce il decreto: Italia ed Emilia-Romagna divise in due zone. Una “ad alto contenimento” e un’altra no. Entro la domenica sera Bonaccini prende alcune misure restrittive che valgono solo nelle quattro province dell’Emilia-Romagna non ad alto contenimento tra cui Ravenna. Il lunedì parte il sindaco di Bologna, altra città non arancione, che a quelle misure più restrittive ne aggiunge altre tra cui la chiusura dei locali dalle 18 alle 6. Verso le 20 arriva l’ufficialità: quelle e altre misure varranno per tutte le province non arancioni per un’ordinanza regionale che di fatto supera quella comunale. Alle 21.30 il presidente del Consiglio parla in diretta per dire: tutta l’Italia diventa zona arancione. Ok che il virus viaggia in fretta, ma tre provvedimenti in tre ore che dicono in pratica la stessa cosa o quasi non saranno pure troppo?

Ah, oggi, martedì, Bonaccini aggiunge un’altra ordinanza che chiude i mercati e le piadinerie, i bar e i ristoranti anche nel weekend…

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