Il sopravvalutato Sangiovese Superiore Riserva Michelangiolo

Una riflessione su questo vino è doverosa. Assaggio per l’ennesima volta il “Sangiovese di Romagna Superiore Riserva 2003 Michelangiolo” dell’azienda Calonga. Siamo di fronte ad un vino tecnicamente ben fatto che in fase di apertura affascina con sensazioni di spezie, frutta matura, confettura e minerali, perché avvolgente e subito disponibile al dialogo col bevitore. Non possiamo affermare, però, che questa tipologia di vino, per quanto premiata, sia rappresentativa del territorio o espressione del sangiovese che, secondo me, qui è snaturato. La bottiglia, inoltre, anche se posta sottovuoto non regge quel piccolo lasso di tempo tipico dei “grandi vini”. E così, solo appena poche ore dalla stappatura, si nota il suo vero carattere. La parte alcolica diventa preponderante - quindici gradi alcolici non sono uno scherzo -, a scapito della finezza generale, inciampa nella sua stessa struttura olfattiva e capitombola nell’espressione pacchiana e ridondante al palato. Alcune persone apprezzano questo vino. Atteggiamento da rispettare - de gustibus non est disputandum – come le opinioni, però, di coloro i quali non si fanno sedurre, e tanto meno abbindolare, da “maccheroniche” sensazioni.

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