Longanesi, l’uomo che ha salvato l’uva Burson

Burson era l’appellativo di Antonio Longanesi che, nel corso dei suoi appostamenti venatori, notò una pianta di vite di cui gli uccellini erano ghiotti. La curiosità portò alle prime vinificazioni e si rese conto della validità della sua intuizione. Era il 1913.

Oggi, l’uva Longanesi detta Burson, è iscritta nell’albo dei vigneti in onore della famiglia che l’ha salvato. Ho assaggiato il Burson Etichetta Nera 2005 dell’azienda Longanesi. Al naso è intenso e lungo, di buona precisione olfattiva. Sentori di frutta nera matura, confettura con richiami erbacei e finale affumicato. Molti i riconoscimenti e gli intrecci odorosi che danno la sensazione di essere ancora in fase di evoluzione e miglioramento. Finale erbaceo leggermente affumicato. Al palato il profilo è prevalentemente speziato cui non manca un fruttato ancora succoso. Tannino sapido in evoluzione, diffuso. Di buona articolazione e centro bocca leggermente voluminoso. Ottimo vino. Per arrosti e cacciagione.

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