Nero d’Avola, rosso nobile concentrato d’aromi isolani

Il Nero d’Avola oggi è un vino di moda e molti sono quelli che ne desiderano un calice solo per il gusto di pronunciarne il particolare nome che ricorda un piccolo borgo in provincia di Siracusa. Il nome, infatti, sembrerebbe derivare dall’erronea traduzione del dialetto siciliano “calaurisi”, risultante dall’unione delle parole “calea” – ovvero uva – e “aulisi”- di Avola.

Su questo, però, molti sono quelli che affermano che derivi da “cala-brese”, la cui origine riporta a quando commercianti Francesi, nel lontano 1800, compravano Nero d’Avola utile per rinforzare i loro vini. Per venderlo più facilmente lo chiamavano “calabrese”, con chiaro riferimento all’omonima regione della nostra penisola di cui i francesi ne utilizzavano il vino già molto tempo prima.
Sono in commercio Nero d’Avola di stili differenti, “facili da bere” oppure importanti, nobili e austeri. Tra quelli più beverini si trova spesso il Mosaikon prodotto dall’azienda Mothia che vanta un buon rapporto qualità/prezzo. Semplice al naso, esprime il territorio con uno spiccato profumo di frutta rossa attraversata da una vena balsamica che lo rende adatto anche all’ aperitivo. Un sorso di Sicilia poco impegnativo nemmeno per la tasca visto che il suo prezzo in enoteca non supera i 10 euro.

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