Ma è normale questo entusiasmo per una discoteca?

Ad una prima impressione potrebbe sembrare tanto una contraddizione. Ma come, il sindaco che dichiara guerra ai rave, lotta contro lo sballo e tenta di limitare le feste in spiaggia esulta per la nascita di una discoteca a Ravenna, dandone l’annuncio come se fosse una grande opera del piano degli investimenti del Comune? In questo modo, ha spiegato però Matteucci, i nostri giovani non saranno più costretti a mettersi in macchina lungo l’Adriatica per andare a divertirsi. Va bene, ma appare lo stesso quantomeno strano che un investimento di un privato venga così pubblicizzato da un sindaco. C’è un progetto dietro tutto questo? È normale che Matteucci inviti i ravennati a mandare i loro figli in questa (o quell’altra) discoteca? Senza sarcasmo, vorrei parlare al nostro sindaco da buon amico, pur non conoscendolo, e avvertirlo dell’effetto boomerang che potrebbero avere certe sue dichiarazioni. Il suo entusiasmo potrebbe infatti portarlo a chiudere gli occhi di fronte a quello che può succedere all’interno di una discoteca, in particolare in quelle che si rivolgono a un determinato target. Urge quindi prima di tutto una riflessione, anche a livello locale, sui modelli di divertimento che propone la nostra società. Frase questa di un’astrattezza da far paura, me ne rendo conto, ma che mi può tornare utile per arrivare al fulcro della questione, ovvero che il mondo dei locali notturni non si basa più, a parte rare eccezioni, sulla qualità della proposta e sulla diversificazione dell’offerta. Per un locale di successo ormai l’importante è fare in modo che a frequentarlo sia la gente “giusta”, in grado di portare altra gente, che porta gente solo perché c’è gente. Ecco, io mi auguro che la nuova discoteca, essendo sponsorizzata dal Comune, possa andare in una direzione diversa. Che non sia perciò un altro locale ad uso e consumo di “pierre” senza scrupoli, frequentato se non da escort - oggi molto di moda - da ragazzine “eleganti” disposte a tutto in cambio di qualche banconota da 50 euro, un telefonino nuovo o anche solamente una ricarica. Che non sia un altro locale che combatta lo sballo solo a parole, aderendo ai progetti del Sert ma con i bagni pieni di fighetti che tirano cocaina per sembrare ancora più esaltati di quello che sono già. Che non sia, infine, un’altra discoteca frequentata da vip riciclati per cui si strapperebbero le vesti solo decerebrati e aspiranti veline. Se fosse così, anche solo in piccola parte, per il sindaco sarebbe un bel problema. Ma noi vogliamo fidarci. Sarà una discoteca diversa dal solito, addirittura con uno spazio per la lettura di poesie, mi pare di aver letto da qualche parte. Staremo a vedere, anche se proprio non ce la vedo Maria Giovanna Maioli in consolle.

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