lunedì
15 Settembre 2025
Rubrica L'osservatorio

Quei mariti malati, morti per femminicidio

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Succede che a Ravenna un uomo di 77 anni uccida la moglie di 82 anni e si butti dal terzo piano. La donna era malata e aveva gravi difficoltà di deambulazione, tanto che non usciva di casa praticamente mai. È questo un motivo per ucciderla? Certo che no. Si tratta di un “femminicidio”? Secondo le associazioni femministe del territorio, sì. Perché «molte donne […] accudiscono mariti anziani e malati, essendo a loro volta bisognose di cure. Lo fanno con fatica […] sopportando il senso di impotenza per quel poco che si può fare in certe situazioni e con la paura di lasciarli soli senza assistenza, nel caso venissero a mancare prima di loro. EPPURE, NON LI UCCIDONO, LI CURANO», scrivono le associazioni femministe tutto maiuscolo.

EPPURE, aggiungo io, facendo una rapida ricerca in internet, per esempio:

Lecce, luglio 2012. «Ha ucciso il marito a coltellate e poi, dopo averlo vegliato per oltre dodici ore, ha cercato di togliersi la vita […] Ora dovrà rispondere dell’ omicidio di Mario Manco, 73enne autotrasportatore in pensione […] L’ uomo soffriva di disturbi respiratori molto gravi, che lo costringevano a vivere collegato a una bombola di ossigeno».

Pordenone, aprile 2017. «Stremata dalla malattia del marito costretto a letto da tempo e dalle sue stesse precarie condizioni di salute, una donna ha ucciso il compagno della vita e si è uccisa».

Arezzo, settembre 2017. «Ha ucciso il marito colpendolo alla testa con un mattarello e poi ha tentato il suicidio. La vittima è Enzo Canacci, 62 anni, conosciuto in paese, colpito tempo fa da una grave malattia che lo obbligava a muoversi con difficoltà».

Gubbio, marzo 2019. «Omicidio nel centro storico di Gubbio. Maria Grazia Fioriti, ex dipendente delle Poste, 76 anni, ha impugnato un coltello da cucina e ha messo fine alla vita e alle sofferenze del marito 79enne Enzo Angeloni Bei, immobilizzato da tempo a letto a causa di una grave malattia».

Fino ad arrivare a pochissimi giorni fa, ma in Florida, non so se vale: «Ha ucciso il marito disabile con 140 coltellate, fratturandogli la testa con un colpo di mannaia».

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