Sui “nuovi” orari di bar e negozi: sarà ma non ci credo…

Devo ammettere che mi ha fatto un po’ sorridere leggere sui vari giornali locali che i commercianti del centro sarebbero pronti a restare aperti nei giorni festivi e a sperimentare nuovi orari serali in vista dell’estate.
Personalmente li ritengo credibili come un politico in campagna elettorale. Sarà che ho ancora negli occhi una scena cui ho assistito alcune domeniche fa, quando, intorno all’ora di pranzo e con diverse centinaia di turisti in centro storico, un barista ha letteralmente chiuso le porte in faccia a due giovani tedesche, costrette a interpretare un cartello scritto naturalmente solo in italiano nel quale si informava che il bar chiudeva alle 13 e riapriva solo alle 16. Dei geni del commercio, non c’è che dire. E non servirebbe essere dei geni neppure per capire che d’estate aprire i negozi un paio d’ore in ritardo al pomeriggio e restare quindi aperti di sera sarebbe vantaggioso non solo per ravennati e turisti (passeggiare in centro verso sera piuttosto che di pomeriggio con 30 e passa gradi rende di certo più piacevole lo shopping) ma per gli stessi negozianti. Una possibilità questa, vista con favore, dice un sondaggio della Confesercenti di Ravenna, da un commerciante su due del centro storico. A condizione, però, e questa è bella, che lo faccia anche il suo vicino. “Addirittura” il 70 per cento, invece, si dice pronto ad aprire in determinati giorni festivi. Ma anche in questo caso si pongono delle condizioni: la cosa deve venire pubblicizzata e dovrebbero esserci delle iniziative in strada, «meglio se nella mia via» dicono i commercianti. Certo, come no, un’iniziativa per ogni via del centro storico. E perchè non pensare a un benefit per ogni “eroe” che decidesse di restare aperto nei giorni festivi?
Come se non si trattasse anche di un modo per ottenere un maggiore profitto, come invece assicurano quei pochi che già d’inverno hanno deciso di lavorare alla domenica. Ecco, se questi pochi venissero presi da esempio e i commercianti iniziassero davvero a cambiare le loro abitudini - non solo con la penna in mano e un questionario davanti - Ravenna potrebbe ritrovarsi ad essere una città un po’ più moderna. Ma i segnali non sono positivi: la maggior parte dei negozianti del centro chiude ancora alle 19,30, si lamenta per Sirio (dando per scontato che prima dell’arrivo delle telecamere tutti i ravennati violassero le regole) e chiede la sospensione del blocco del traffico del giovedì, pur consapevoli che il giovedì pomeriggio - senza alcun obbligo, essendo prevista dall’ordinanza comunale anche l’alternativa del lunedì mattina - tutti effettuano il turno di chiusura infrasettimanale.

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