Professore di letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia attualmente distaccato presso l’Accademia dei Lincei, insignito del Presidential Distinguished Service Award dalla Presidenza della Repubblica irlandese per meriti internazionali in campo letterario, traduttore tra le altre opere dell’Ulisse di Joyce, Enrico Terrinoni appartiene alla preziosissima e ristretta categoria degli accademici che riescono a uscire dalla aule universitarie per poter essere letti anche da esseri umani comuni appassionati di letteratura (soprattutto anglofona).
Dopo l’affascinante ma sicuramente non facilissimo, per quanto decisamente affascinante, La letteratura come materia oscura (Treccani, 2024), in cui Terrinoni accosta due discipline che nella percezione di molti più distanti non potrebbero essere, ossia la fisica quantistica e, appunto, la letteratura, ora l’autore torna in libreria. E sicuramente più accessibile è questo ultimo volume, dall’ammiccante titolo Leggere libri non serve (ma il non è in corsivo…), Sette brevi lezioni di letteratura, edito da Bompiani. Qui Terrinoni ci porta a scoprire vita e opere di alcuni mostri sacri della letteratura moderna e contemporanea. Scopriamo così tutta l’italianità di Joyce, esule volontario dall’Irlanda, il peregrinare di Giordano Bruno per l’Europa tutta prima di finire sul rogo di Campo de’ Fiori a Roma, un Bruno scomodo, allontanato da Oxford, accusato di plagio (come accadrà poi a Oscar Wilde, anch’egli tra i protagonisti di questo libro). Ma di Bruno Terrinoni ci racconta soprattutto la sua multidisciplinarietà e di un’idea di scienza-sapere che muta in base alle lingue e che deve tutto, quindi, alla traduzione. Se pensiamo all’opera dello stesso Terrinoni, non si fatica a capire cosa ci faccia Bruno tra Blake, Shakespeare, Virginia Woolf, Italo Svevo e i già citati Joyce e Wilde. Sono loro infatti i sette autori a cui lo studioso dedica le sette lezioni del sottotitolo, piccole perle divertenti e densissime, da leggere per chi cerca un senso allo studio della letteratura. «Non è compito dell’arte, e men che meno della letteratura, porre paletti etici, ma neanche smantellarli – dice Terrinoni –. Il suo compito è insegnare alla vita nuove strade e quindi insegnarci la libertà. Ampliare il nostro spazio vitale, la nostra consapevolezza, la nostra sapienza. Scrivere e leggere significa rincorrere il sogno di libertà reso possibile dalla creazione».
E se leggere di vite e opere di scrittori vi appassiona, a margine, non si può qui non ricordare il bellissimo Con in bocca il sapore del mondo di Fabio Stassi, uscito per Minimum Fax nel 2018. Una raccolta di racconti dove Stassi riporta letteralmente in vita alcuni dei grandi nomi della poesia italiana tra l’Ottocento e il Novecento, compreso uno struggente Dino Campana. «La vita dei poeti somiglia a quella delle farfalle: hanno gli stessi traffici con l’effimero, la solitudine e la bellezza. Ho sempre pensato a questo a libro come a un piccolo manuale di entomologia e di zoologia fantastica». Quello che ne è uscito è un libro di biografie intrecciate alle opere, raccontate con precisione e levità, una lettura che ne contiene altre mille.



