Il senso della vita secondo i Monty Python e qualche (altro) gioiello nelle arene estive

Il Senso Della Vita

La locandina originale de Il senso della vita

I classici di R&D: Monty Python – Il senso della vita (di Terry Jones, 1983)
Essere profeti in patria è difficile (ma loro ci sono riusciti), mentre in Italia è quasi impossibile. I Monty Python erano un sestetto comico-ma-non-solo inglese, che ha lavorato insieme da fine anni sessanta al 1983, quando hanno presentato questo mitico film a episodi che valse loro il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, mica poco. Il loro quarto e ultimo film insieme vedeva, come i precedenti, l’impiego del sestetto in tutti i ruoli principali del film (regia compresa) facendo ricorso a travestimenti nel caso di personaggi femminili; la struttura a episodi ricalca fedelmente la loro storia artistica costituita principalmente da sketches che avevano, tra le altre, la caratteristica di non possedere quasi mai la battuta finale. Venerati in Inghilterra come oggetto di culto, irriverenti e dissacranti, in Italia, “grazie” al loro rapporto con la religione, hanno avuto alcuni problemi di distribuzione (il loro terzo film, Brian di Nazareth del 1979 da noi è uscito a fine anni ottanta), ma sono entrati ugualmente e inconsciamente nell’immaginario collettivo anche grazie ad alcune trovate e alcuni omaggi: per esempio la parola SPAM che si usa in linguaggio informatico, è una loro vecchia invenzione che col mondo dei computer non c’entrava nulla. Il senso della vita parla proprio delle fasi dell’esistenza dalla nascita alla morte e lo fa con il loro consueto stile che porta sempre a sorridere e a sorprendersi, anche se difficilmente vi farà rovesciare dal divano. Sentirete anche molte canzoni e animazioni, ovviamente realizzate da loro, veri e propri marchi di fabbrica del gruppo. Il film è preceduto da un cortometraggio, The Crimson Permanent Assurance, leggermente sfilato dal resto del film, ma intelligente e irresistibile. Dopo lo scioglimento i Python, come nei gruppi musicali, hanno intrapreso carriere soliste nel campo della recitazione e della regia, e in quest’ultima è difficile non ricordare la carriera folgorante dell’unico americano del gruppo, Terry Gilliam, grazie a film come Paura e delirio a Las Vegas, L’esercito delle dodici scimmie, La leggenda del re Pescatore e Brazil. Ci sono altri film targati Python, dove figura più di un elemento del gruppo, anche nelle vesti di autore: il più noto resta Un pesce di nome Wanda dove agli esplosivi Kevin Kline e Jamie Lee Curtis, si affiancano proprio gli storici membri John Clesse e Michael Palin. Ci sarebbe tanto da dire e mercoledì 1 agosto nella sede di Nuovostudio vi parlerò di loro che tanto mi hanno scaldato il cuore e portato tanti sorrisi. Nel frattempo questo film ve lo potrete godere lunedì 30 all’Arena Borghesi, in lingua originale sottotitolato e per giunta gratuitamente. Cosa volere di più?

 

Arene, settimana dal 26 luglio al 1 agosto
Martedì 31 la rassegfna “Cinema Divino ” ci propone una cantina interessante, la Tenuta Uccellina, che nella sua location oltre alla visita a vigna e botti, poietterà il buonissimo biopic Tonya, che parla della pattinatrice accusata di aver istigato un’aggressione a una collega. Due chicche a Bagnacavallo: la commedia grottesca Abracadabra il 28 e il premiato e fortunato (ma poco visto) Lazzaro felice di Alice Rohrwacher nei due giorni successivi (il 29 è anche all’Arena del Sole di Lido di Classe).
E se questa settimana la Rocca di Ravenna è alle prese con le figure mistiche, quali Maria Maddalena (il 30) ed Escobar (il 31), l’Arena Borghesi si rivolge ai cinefili perché oltre ai Monty Python propone il poco visto e osannatissimo dalla critica canto d’amore (libero) Mektoub, My Love – Canto uno dell’amatissimo (dalla critica) regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche. E l’Arena del Sole, infine si traveste d’autore, con L’isola del cani, film d’animazione di Wes Anderson.

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