In cella a Rimini, Sangiorgi si è avvalso della facoltà di non rispondere: vuole parlare con il giudice che ha emesso l’ordinanza
Secondo l’accusa, Sangiorgi sfruttava il suo ruolo nella banca – le contestazioni si riferiscono al periodo 2011-15 in cui è stato direttore di filiale prima a Bologna e poi a Rimini – per agevolare la gestione delle consistenti disponibilità economiche dei clan. Il 59enne, unico non campano tra i 57 indagati e subito sospeso dalla banca, davanti al gip ha solo ribadito la propria innocenza.
Tramite gli avvocati Antonio Petroncini e Chiara Rinaldi intende fare ricorso al tribunale del riesame per chiedere di essere sentito quando sarà a conoscenza delle accuse che gli vengono mosse e di fronte a un giudice che conosca la vicenda in prima persona mentre quello di Rimini, per legge, era delegato dal collega di Napoli che ha emesso l’ordinanza.