Operazione antimafia, il bancario della Cassa resta in silenzio nell’interrogatorio

In cella a Rimini, Sangiorgi si è avvalso della facoltà di non rispondere: vuole parlare con il giudice che ha emesso l’ordinanza

FinanzaNell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari di Rimini, la città del carcere in cui è detenuto, è rimasto in silenzio: stamani, 14 luglio, il 59enne Domenico Sangiorgi di Faenza, funzionario della Cassa di Risparmio di Ravenna ora sospeso dopo l’arresto nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria che ipotizza i reati di associazione mafiosa e riciclaggio a vario titolo per 57 persone indagate tra cui il faentino, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Secondo l’accusa, Sangiorgi sfruttava il suo ruolo nella banca – le contestazioni si riferiscono al periodo 2011-15 in cui è stato direttore di filiale prima a Bologna e poi a Rimini – per agevolare la gestione delle consistenti disponibilità economiche dei clan. Il 59enne, unico non campano tra i 57 indagati e subito sospeso dalla banca, davanti al gip ha solo ribadito la propria innocenza.

Tramite gli avvocati Antonio Petroncini e Chiara Rinaldi intende fare ricorso al tribunale del riesame per chiedere di essere sentito quando sarà a conoscenza delle accuse che gli vengono mosse e di fronte a un giudice che conosca la vicenda in prima persona mentre quello di Rimini, per legge, era delegato dal collega di Napoli che ha emesso l’ordinanza.

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