Il consigliere comunale Ancisi (Lpr) ripercorre la cronistoria dei manufatti ravennati: una relazione del 2015 ne valuta lo stato di conservazione e una raffica di ordinanze del 2016 limita il transito ai veicoli pesanti «ma viene rispettato solo dagli autobus del servizio pubblico»
Quella per la messa in sicurezza dei ponti è una battaglia che il decano dell’opposizone combatte, come si dice in questi casi, da tempi non sospetti e cioè ben prima del clamore conseguente al crollo del viadotto Morandi a Genova. Ancisi fa un breve riassunto dei fatti finora: «Sopralluoghi compiuti tra il 1989 e il 1992 su 171 ponti comunali mostrarono in 46 di loro screpolature, cedimenti, fessurazioni, lesioni, distacco di mattoni, pietre sconnesse. Il 20 gennaio 1995 rivolsi al sindaco un’interpellanza chiedendo invano che fosse disposto un check-up completo sul loro stato di salute e avviati i lavori di messa in sicurezza. Ma solo nel 2011 il Comune affidò alla 4Emme di Bolzano, società leader nel settore, il mandato di effettuare prove di carico sui 48 ponti messi peggio, a seguito dei quali l’impresa rilasciò per ciascuno dichiarazioni di transitabilità temporanea. Qualora non fossero compiuti i prescritti lavori di messa a norma, avrebbero dovuto essere chiusi al traffico, a seconda dei casi, nei mesi di marzo 2016 o 2017 o 2018. Ad oggi, passati altri otto anni, i lavori completati, tutti di recente e non so se ancora collaudati, interessano al massimo 8 ponti».
Sapendo che non c’erano i tempi dal 2015 per mettere a norma tutti i 48 ponti, il Comune decise di limitare i transiti in base al peso dei veicoli: «Ne scaturirono 16 ordinanze, uscite a raffica tra il 30 marzo e il 27 ottobre 2016, che disposero il divieto di transito su 38 ponti (o viadotti) con carico superiore a tonnellate 5 (un ponte), 10 (sei), 13 (uno), 15 (diciotto), 20 (uno), 33 (nove), 40 (due). Servono più che altro a scaricare il Comune da responsabilità in caso di incidenti o cedimenti. Tali divieti sono ancora tutti in vigore, forse anche dove i pochi lavori terminati non sono stati collaudati».