Dopo il sacrario di Camerlona, nel mirino dei vandali il complesso di Giò Pomodoro in città che ricorda l’eccidio del Ponte degli Allocchi con 12 persone impiccate e fucilate nel 1944. Artioli sul posto: «Odio crescente da gente che non sa nemmeno cosa è successo in quei giorni»
Il monumento alla Resistenza di Ravenna che sorge dove si consumò l’eccidio del Ponte degli Allocchi è stato sfregiato a colpi di vernice spray: simboli nazisti (una svastica e la scritta SS), insulti e un “Ciao Artioli” diretto quasi certamente a Ivano Artioli, presidenteprovinciale dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi). L’episodio arriva a distanza di appena tre giorni da un caso simile accaduto al sacrario di Camerlona. Gli autori del nuovo atto vandalico avrebbero colpito nella notte tra il 20 e il 21 febbraio. Il Comune è già operativo per l’immediata pulizia dei marmi della statua firmata da Giò Pomodoro nel 1980 all’incrocio tra via Piave, via Mura di Porta Gaza e via Baldini.
Sul posto è voluto andare lo stesso Artioli di persona, colpito in maniera particolare quando ha visto il messaggio al suo indirizzo: «È la prima volta che trovo il mio nome in una situazione del genere. Però non credo volessero attaccare me in quanto persona ma piuttosto me in quanto presidente dell’Anpi, il mio nome è noto come esponente di un’associazione sociale, culturale e civica. È evidente la crescita dell’odio contro questa realtà. Hanno colpito un simbolo davvero della città in tema di Resistenza, ma sono convinto che dietro a questi gesti ci sia un gruppo ristretto di persone che magari non sanno nemmeno cosa rappresenta questo monumento».
Il sindaco Michele de Pascale, insieme al vice Eugenio Fusignani, ha chiesto al prefetto di convocare un tavolo urgente «per rispondere in maniera risoluta al gravissimo oltraggio al monumento, uno dei simboli più importanti della memoria dell’intera nostra comunità. Reagiremo con durezza e metteremo in campo tutte le azioni necessarie a individuare i responsabili e consegnarli alla giustizia. Le indagini sono in corso e le forze dell’ordine sono già in azione».