Botte e insulti alla moglie per un anno davanti al figlio: 40enne arrestato

Anche il bambino di 5 anni è stato preso a schiaffi e il padre gli raccontava che la madre si prostituiva. La donna colpita anche con un ombrello o costretta a dormire in auto

Maltrattamenti Asilo Nido 2 780x405Insulti e botte alla moglie da almeno un anno, in un caso anche con un ombrello, davanti ai figli e in una circostanza il più grande, 5 anni affetto da disabilità, ha preso uno schiaffo al volto. Un 40enne straniero residente nel Ravennate aveva creato in casa, secondo quanto scrive il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ravenna, «un regime di vita intollerabile». L’uomo, con problemi di alcolismo, è in carcere con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali continuate. L’arresto è avvenuto nei giorni scorsi quando la polizia municipale ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare visto il rischio di reiterazione del reato: il carcere, si legge nel testo, «appare l’unico rimedio attuabile per scongiurare una progressione di atti violenti facilmente pronosticabile».

La denuncia presentata dalla donna, ritenuta attendibile sulla base dei riscontri raccolti tra cui anche le certificazioni mediche, ricostruisce alcuni degli episodi più violenti. A settembre 2018 ad esempio si trovò costretta a dormire in auto dopo che il marito la spinse fuori di casa e le vietò di rientrare. Gli insulti e le ingiurie erano all’ordine del giorno sotto gli occhi del piccolo: la donna lavora facendo turni anche notturni e l’uomo raccontava al figlio che in realtà andava a prostituirsi. Lo scorso marzo l’accusato decise di bloccare la stufa elettrica nella camera dei figli lasciandoli al freddo. Un mese fa la donna si chiuse a chiave in camera per sfuggire ai colpi dell’uomo che impugnava un ombrello.

La consorte aveva provato a prospettare l’ipotesi di una denuncia o di una richiesta di separazione. Risultato: il compagno le rispose che in quel caso avrebbe dato fuoco alla casa e sarebbe scappato con i figli.

Le condotte dell’indagato – è la sintesi di un passaggio dell’ordinanza firmata dal Gip Corrado Schiaretti – sono riconducibili a «una distorta idea padronale della famiglia» con prescrizioni imposte con la violenza, morale o fisica. Il tutto in un contesto di «sottocultura evidente» che rende impossibile ricondurre l’uomo a un comportamento più mite.

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