Coronavirus: cinema e teatri chiusi, musei aperti solo con accessi distanziati

Nuove misure decise dal Governo di Roma. La Regione chiede di estenderle anche alle sale di proiezione e di spettacoli culturali. Restano vietati gli eventi sportivi e di altra natura se non a porte chiuse

Mar Ravenna Museo ArteDal 2 marzo cambiano in parte le disposizioni che regolano l’accesso ai luoghi pubblici del tempo libero e della cultura nell’ambito delle misure per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus: in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto musei, biblioteche, archivi e siti culturali potranno riaprire se in grado di consentire l’accesso ai visitatori mantenendo una distanza minima di sicurezza tra uno e l’altro in modo da evitare assembramenti che invece faciliterebbero la diffusione di un contagio che si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva nel respiro e negli starnuti. Teatri e cinema invece rimangono chiusi. Le disposizioni valgono fino all’8 marzo compreso (già era stata annunciata la sospensione dell’attività negli asili nido, nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università). Resta il divieto per eventi culturali e sportivi non ordinari che prevedano il raduno di persone. Il divieto decade qualora l’appuntamento si tenga a porte chiuse.

Fin qui la decisione generale disposta da Roma. Ma la Regione Emilia-Romagna fa sapere di aver chiesto al Governo, da cui arrivano le nuove disposizioni, di introdurre lo stesso principio della distanza di sicurezza anche per teatri e cinema. Si attende una risposta nelle prossime ore. Le informazioni sono state divulgate da Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità, in una conferenza stampa iniziata alle 17.30 di oggi, 29 febbraio.

Le nuove regolamentazioni sono contenuto in un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) che riguarda l’intero territorio nazionale. I provvedimenti sono suddivisi su tre aree: i Comuni all’interno delle Zone rosse (10 in Lombardia e uno in Veneto), le tre Regioni maggiormente interessate: Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna; tutte le altre Regioni. Le misure previste valgono dal 2 all’8 marzo e l’atto governativo viene adottato sentite le Regioni stesse.

A differenza di una settimana fa, non ci c’è quindi una nuova ordinanza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, come quella firmata insieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, e valida fino a domenica 1 marzo. Ma, soprattutto, Il Dpcm viene assunto sentito il Comitato Tecnico Scientifico nazionale, da cui derivano le indicazioni contenute.

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